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La riluttanza di Kurosawa è manifesta nel film, il suo rimpianto per avere accettato di trattare temi non sentiti emerge prepotentemente appena dopo la parte iniziale, in cui si sente evidentemente più a suo agio.

Il professor Yagihara ha deciso di trascorrere una serena giornata in mezzo alla natura, sulle sponde di un lago, assieme alla moglie.

Si sono uniti alla gita un gruppo di studenti, in divisa come era costume dell'epoca, e la loro figlia Yukie.

I caratteri ed i sentimenti dei ragazzi vengono tratteggiati da Kurosawa attraverso le sue consuete metafore, insolite ed innovative quanto attraenti.

In questa parte iniziale praticamente nessuno dei protagonisti parla: tutto viene espresso attraverso il comportamento, i gesti, le espressioni del viso

 

 

 

L'impulsiva e probabilmente viziata Yukie (Setsuko Hara), che indossa un vestito assolutamente inadatto ad una scampagnata, si trova in difficoltà nel momento di guadare un torrente.

La ragazza è visibilmente contesa tra due giovani: Itokawa, anonimo e conformista, per non dire pavido, e l'idealista Noge.

E' naturalmente il secondo che rompe gli indugi e la raggiunge in mezzo al guado, prendendola senza complimenti nelle braccia per portarla sulla riva, mentre lei inutilmente sgambetta contrariata.

E appena deposta a terra, lei va scherzosamente a rimbrottare il mortificato Itokawa, quasi come per rassicurarlo che nonostante tutto il prescelto sarà lui.

 

 

 

 

Si lancia poi in una corsa a perdifiato in mezzo al bosco, sicura che tutti verranno dietro di lei.

Oltre a dare un altro tocco nel contornare la figura irrequieta di Yukie, Kurosawa anticipa già molti degli stilemi cui ricorrerà nei capolavori che gli diedero notorietà mondiale.

Aveva l'anno precedente girato Tora no ofumu Otokotachi, nel folto di una foresta per esigenze di copione, ed evidentemente questa esperienza lo aveva attratto. Fino ad allora infatti le riprese all'interno dei boschi erano considerate troppo difficili e da evitare, lui vi ricorse al contrario appena possibile.

Il tema della corsa nel bosco ritornerà in Rashomon, e il segno della battaglia finale in I sette samurai è la corsa dei guerrieri ai loro posti di combattimento quando suona l'allarme. In Rapsodia in agosto, girato 45 anni dopo questo film, la corsa disperata dei familiari che rincorrono Kane, sferzati da una pioggia sovrannaturale, chiude l'opera.

Questa non è però una corsa disperata e drammatica come quelle che vedremo nelle opere successive: è dionisiaca, liberatoria.

Nonostante intonazioni così diverse la stessa tecnica, quella del panning in cui la macchina da ripresa segue la persona, con un effetto di mosso dello sfondo mentre il personaggio rimane maggiormente a fuoco, viene utilizzata da Kurosawa in tutte queste sequenze..

Al termine della sua corsa Yukie si riposa serena sul prato, come se si fosse liberata da troppe tensioni represse.