Indice articoli

Uraku è ormai agonizzante, e anche la furia degli elementi sembra partecipare della gravità del momento: la grandine crepita sulle pareti di carta.

Uraku non vuole rassegnarsi al suo destino, non accetta una morte ignava per malattia, dentro al suo letto.

Se vuole conoscere cosa abbia pensato Rikyu nel momento supremo, anche lui deve compiere seppuku.

 

 

 

 

 

 

 

Honkakubo avverte la necessità di assistere Uraku nel suo ultimo percorso, e gli rivela quanto appena appreso in sogno da Rikyu, nel corso dell'ennesima onirica cerimonia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 26 febbraio del 1591 gli giunse un messaggio: doveva lasciare Sakai e tornare a Kyoto.

Si mise immediatamente in viaggio.

La mattina del 28 era sul punto di celebrare per l'ultima volta nella sua vita la cerimonia, quando senza alcun preavviso la porta scivolò sulle guide, ed apparve il taiko Toyotomi Hideyoshi in persona.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rikyu ricorda che è dalla primavera del 1574 che si trova al servizio di Hideyoshi. Molti anni sono passati.

Dichiara di essere ora a conoscenza che questo è il giorno dell'addio.

Hideyoshi, visibilmente imbarazzato, replica che questo non è ancora detto, che non è sicuro che Rikyu debba andare via.

 

 

 

 

 

 

 

 

Rikyu rifuta sprezzantemente: tra gli innumerevoli doni di cui deve ringraziare Hideyoshi, considera la morte come quello forse più importante.

E' in virtù di questo ultimo dono che Rikyu ha potuto finalmente comprendere l'essenza dell'arte del te, e ha conquistato finalmente la piena libertà del corpo e dello spirito.

Solo l'avvicinarsi della morte consente di conoscere il vero.

 

 

 

 

 

 

 

 

Hideyoshi tenta di ribellarsi: se è vero che lui ha disposto a suo capriccio della vita di Rikyu, questi ha saputo tenergli testa, e come Hideyoshi ha usato Rikyu, Rikyu ha usato Hideyoshi.

Rikyu non nega: ma ricorda che è stato Hideyoshi a sfoderare la spada: gesto questo che esige risposta, e che non gli lascia altra scelta che sfoderare la sua spada, seguendo le regole che un maestro del te ha l'obbligo di osservare.

Se Hideyoshi ha agito da sovrano, Rikyu agirà da vero maestro del te.

Fallito il suo nobile tentativo di creare, con l'aiuto del potere, uno spazio libero dal male, Rikyu sente il dovere di pagare il suo errore e denunciare l'orrore.

La manifestazione materiale del titanico scontro spirituale tra i due personaggi fu l'uso della stanza del te costruita da Hideyoshi: se ne vide fermamente negare l'accesso da Rikyu.

Averne disposto la costruzione non costituiva prova che lui fosse degno di entrarvi, a meno che non lasciasse fuori dell'ingresso il suo orgoglio e la sua sete di potere.

I due non hanno più nulla da dirsi: in risposta all'ennesimo tentativo di Hideyoshi di convincerlo a desistere, Rikyu freddamente chiede il pemesso di congedarsi.

Il congedo da Hideyoshi è stato freddo e deserto, come deve essere secondo Rikyu l'essenza dell'arte del te. Il congedo da Honkakubo è toccante.

Ricevendo il te rifiutato a Hideyoshi, il discepolo non riesce a trattenere le lagrime. Rikyu gli ricorda, e qui si confondono i tempi della vicenda e scompare ogni limite tra il sogno e realtà:

"Già una volta ci siamo separati, su un sentiero freddo e deserto, il mio sentiero, su cui tu non devi entrare. Un percorso senza fine, che un giorno non avrà più ragione di essere ma che Rikyu deve percorrere e che con Rikyu deve scomparire."

 

 

 

 

 

Il morente Ukaku ha a sua volta una visione: gli ospiti che devono assistere alla cerimonia di addio di Rikyu stanno arrivando nel giardino, deve andare a raggiungerli.

Una lunga schiera di personaggi, nomi che il mondo ancora conosce, si fa strada nel buio, su un cammino segnato da candele.

Davanti a loro Rikyu celebra la cerimonia. Uraku trova la forza di alzarsi dal letto di morte, ed accetta il te del maestro.

 

 

 

 

 

 

 

Siamo ora nel cortile ove Rikyu, immenso nella dignità di chi affronta volontariamente la morte, sta preparandosi a cadere come un fiore di ciliegio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In sincronia con i gesti di Rikyu, anche Uraku si denuda il ventre, afferra una lama immaginaria,  e muore nell'atto di compiere simbolicamente seppuku.

Ha avuto anche lui la morte che cercava. Quella di un maestro del te.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una folata di vento porta via i petali dei ciliegi. Il 13 dicembre 1621, morì così il maestro Uraku.

Come era morto 30 anni prima il maestro Rikyu, come morirono i maestri Toyobo, Soji, Oribe.

Così muore un maestro del te.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Honkakubo ancora una volta è in cammino.

Dopo essere tornato nel suo eremo, dopo avere ancora una volta, solitario, officiato la cerimonia, lo vediamo ora incamminarsi su un sentiero, freddo e deserto.

Sappiamo che non può essere quello di Rikyu: è finalmente il sentiero di Honkakubo.