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Ognuno degli altri eventi organizzati nel corso della giornata avrebbe giustificato da solo l'organizzazione di una mostra.

Solamente il numero ridotto di operatori culturali, ognuno dei quali poteva a sua votla seguire solamente poche persone, costituiva infatti un limite a queste iniziative.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Durante tutto l'evento, per la sezione dedicata allo shodo, erano presenti e all''opera alcuni allievi del maestro Norio Nagayama, fondatore della scuola Bokushin, che fa capo alla JECF (Japan Educational Calligraphy Federation di Tokyo).

Hanno dato vita ad un frequentatissimo laboratorio di calligrafia orientale, in cui tanti visitatori si sono immersi apprezzando la pratica di una via tanto antica quanto difficile.

Difficile come la ricerca e l'incontro con se stessi.

 

 

 

 

 

Qui vediamo la grande calligrafia che accoglieva i visitatori nell'androne dell'Archivio di Stato, anchessa naturalmente a cura della Bokushin.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'affollatissimo laboratorio di calligrafia era diretto da Claudia Tassoni, Gabriele Ridarelli,
Sandro Donadio, Riccardo Sirica. Erano naturalmente esposte diverse opere rappresentative.

Nello spazio adiacente a quello dedicato allo shodo era allestita la mostra fotografica sull'aikido. Per rimarcare il collegamento tra differenti discipline giapponesi, a volte apparentemente distanti, vi erano esposte due calligrafie dell'ideogramma ki (spirito) ad opera del fondatore Morihei Ueshiba e del direttore didattico dell'Aikikai d'Italia Hiroshi Tada.

 

 

 

 

 

Per le scuole ikebana era presente il Chapter di Roma di Ikebana International presieduto da Luca Ramacciotti e con rappresentanti delle scuole Ikenobo (Bhavna Maru), Ohara (Silvana Mattei e Romilda Iovacchini) e Sogetsu (Lucio Farinelli e Luca Ramacciotti).

Hanno presentato un percorso storico e stilistico di quest'arte, che crea composizioni floreali in armonia con la natura e col susseguirsi delle stagioni. La risposta del pubblico è evidente dall'immagine.

 

 

 

 

 

 

L'accostamento tra lo splendore della natura, come rappresentata dalle composizioni ikebana, e la magnificenza delle stampe di Ligustro ha colpito tutti gli astanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sarà purtroppo possibile riproporre le medesime sensazioni al lettore attraverso semplici foto.

Ma è forse proprio questa la quintessenza di molte arti giapponesi: la loro naturalezza, che ne rende improponibili sia le riproduzioni che l'apprezzamento "a distanza", attraverso elaborazioni intellettuali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Centro Diffusione Origami, attraverso le sue sezioni locali e con l'organizzazione di Andrea Sterbini,  che vediamo impegnato in uno dei tavoli dei laboratori, ha partecipato con entusiasmo alla manifestazione.

Ha proposto una esposizione di modelli significativi, sia figurativi che geometrici, creati da autori italiani e internazionali.

 

 

 

 

 

 

 

 

Inutile dire che il laboratorio di piegatura di origami tradizionali è stato molto seguito, da grandi e piccini.

Come possiamo vedere ad esempio dalla scacchiera le tematiche tradizionali si sposavano senza problemi con quelle più innovative.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un esempio di origami floreale.

Rosa tea di Naomiki Sato, piegato dall'autore (2013).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E un esempio di origami che prende ispirazione dalla realtà contemporanea.

Vespa 50, di Federico Scalambra, piegato dall'autore (2008).