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Pubblicato nel 1975 il romanzo Shogun di James Clavell divenne in brevissimo tempo un successo mondiale, amplificato dalla riduzione per lo schermo con protagonisti di assoluto rilievo. Diffondeva per la prima volta tra il grande pubblico nozioni che ora sono pressoché di dominio pubblico (chi aveva all'epoca sentito parlare dell'esistenza dei ninja?) ma diffuse la sensazione forse ingiusticata di avere pienamente approfondito e compreso quel tormentato periodo della storia del Giappone e la vicenda personale del pilota inglese che ebbe agli inizi del 1600 la ventura di divenire consigliere dello shogun. Tentiamo di separare la realtà dalla attraente novella.

 

 

 

Il 15 aprile 1600 una nave malridotta venne trascinata dal fortunale sul litorale di Bungo,nell'isola di Kyushu, la più meridionale delle tre maggiori isole del Giappone. Veniva da molto lontano.

Partita due anni prima, aveva attraversato l'oceano Atlantico, aveva passato lo stretto di Magellano ed era risalita lungo l'Oceano Pacifico: i geografi dell'epoca continuavano a sottovalutare drasticamente le distanze pensando ancora che la via più breve verso l'estremo Oriente passasse per l'Occidente, come aveva creduto Cristoforo Colombo poco più di 100 anni prima

Del Giappone stesso del resto si aveva una idea molto vaga, vi approdavano solamente navi portoghesi seguendo la via dell'Oriente, attaverso rotte rigorosamente interdette ai rivali inglesi ed olandesi. La carta che vedete infatti, benché pubblicata in Olanda riporta i nomi in portoghese: probabilmente sottratta e copiata clandestinamente.

Ma le carte dell'epoca, che pure venivano giudicate all'avanguardia, erano molto lontane dalla realtà ed accrescevano i rischi della navigazione portando a percorrere rotte pericolose e fuorvianti ove i pericoli dei fondali e dei frequenti tifoni non erano segnalati.

Tutte queste difficoltà sommate avevano fatto sì che delle cinque navi che componevano inizialmente la flotta una sola fosse rimasta, e dei 100 uomini circa che componevano l'equipaggio soltanto 24 erano ancora vivi. Erano ridotti però in condizioni pietose dalla fame e dallo scorbuto, malattia dovuta alla scorretta alimentazione cui si dovevano rassegnare i marinai, imbarcati per diversi mesi a bordo dei loro gusci di noce senza poter contare su alimenti freschi. Alcuni erano addirittura in fin di vita.

Nessuno di loro sapeva naturalmente che da lì a pochi mesi, il 21 ottobre di quell'anno 1600, si sarebbe combattuta una tremenda battaglia che avrebbe cambiato le sorti del Giappone. E che uno di quel pugno di uomini sopravvissuti alle tempeste e alle malattie, il pilota WIlliam Adams, avrebbe avuto un ruolo importante nella storia del Giappone, in quel momento agli albori della civiltà Edo. La civiltà che doveva nascere dal cruento scontro che si stava preparando in quei mesi, ma molto più a nord del loro punto di approdo.

La vicenda di WIlliam Adams sarebbe tuttavia rimasta pressoché sconosciuta in occidente fino al 1975 quando James Clavell pubblicò un romanzo, Shogun, venduto in oltre 15 milioni di copie in tutto il mondo. Vi ricostruiva, forzandone i temi e le vicende per perseguire i suoi fini fini artistici, la vicenda di  Adams.

Che continua nonostante tutto ad essere per i più un nome perfettamente sconosciuto: nel libro di Clavell il nome del protagonista diventa John Blackthorne, e quello del suo antagonista giapponese Toranaga. Se il vero nome di questultimo era in realtà Yeyasu Tokugawa, è assolutamente vero però che fosse l'uomo che dopo Sekigahara doveva assumere il dominio incontrastato del Giappone, divenendo appunto Shogun e dando inizio alla dinastia Tokugawa. Una dinastia che doveva mantenere il potere per circa 260 anni, perdendolo drammaticamente dopo l'arrivo di altre navi: quelle del commodoro americano Perry nella baia di Uraga. 

Clavell dal canto suo non ha solamente narrato l'epopea di John Blackthorne ma sull'evolversi dei rapporti commerciali tra il mondo anglosassone e l'Estremo Oriente ha scritto una saga che attraversa i secoli. Descrive nel 1966 in Tai Pan le avventure dell'avventuriero Dirk Struan che apre nel 1842 una stazione commerciale ad Hong Kong. Nel 1993 in Gaijin (Straniero) quelle del suo discendente Malcolm Struan che tenta una analoga operazione in Giappone circa 20 anni dopo, rimanendo coinvolto nei sanguinosi incidenti causati dall'intolleranza giapponese verso gli invadenti ed arroganti stranieri. Nel 1981 in La Nobil Casa - ambientato nel 1963 - continua a narrare le alterne fortune dei discendenti degli Struan in Hong Kong. La Nobil Casa è edito in Italia da Mondadori, gli altri da Bompiani. Come chiunque avrà notato gli anni di pubblicazione non coincidono con la sequenza temporale delle vicende, occorrerebbe quindi leggere in sequenza il secondo, primo, quarto e terzo libro, con l'avvertenza che si tratta di opere voluminose fitte di personaggi ed eventi.

James Clavell (1924-1994), di origine australiana ma nazionalità inglese, si arruolò all'inizio della seconda guerra mondiale nella Royal Arrmy e venne catturato dall'esercito giapponese venendo internato a Singapore. Dopo la guerra si trasferì negli Stati Uniti dove divenne un apprezzato sceneggiatore. Nel 1962 iniziò una fortunata carriera letteraria con King Rat (Il re dei topi) dove narra delle terribili condizioni di vita nei campi di concentramento giapponesi, pubblicato in Italia negli Oscar Mondadori (1991) con il titolo Il re.

La storia di Shogun diede origine anche ad un fortunato film, derivato a sua volta da una lunga serie televisiva (9 ore) con protagonisti Richard Chamberlain nella veste di Blackthorne ed il carismatico Toshiro Mifune in quella di Toranaga (Tokugawa). Additata come esempio di fedele ricostruzione storica questa serie ha in realtà numerose incongruenze motivate dalla ricerca della spettacolarità, come le impeccabili divise esibite dal personale al servizio di nobili e funzionari (non erano in uso uniformi all'epoca). Risulta inoltre decisamente lenta nell'azione ed eccessivamente enfatica nei toni proprio quando l'azione manca.

Ma è ora di lasciare Clavell al suo - fortunato - destino letterario.

La storia di WIlliam Adams è ricostruita con accuratezza nel libro Il samurai che venne dall'Europa di Giles Milton (Rizzoli, 2002). Naturalmente la vicenda reale non ha avuto il successo planetario di quella fittizia, ci sembra quindi giusto trattarne.