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Le stampe kodomo-e: destinate ai bambini, per scopi didattici e di gioco

Questo tipo di stampe era esposto ed illustrato per la prima volta in Italia durante la mostra di Bologna. Si diffuse nell'epoca Edo, un periodo in cui venne fortemente rivalutata l'importanza del bambino nella famiglia e nella società giapponese, dove ha comunque sempre mantenuto un ruolo particolare: l'alta mortalità infantile faceva sì che il bambino venisse considerato più vicino agli dei che agli esseri umani, non essendo possibile conoscere in anticipo se la sua vita terrena fosse destinata a prolungarsi o non dovesse interrompersi di colpo, come se gli dei lo volessero richiamare a se (un concetto simile era presente nella nostra cultura classica: presso i greci la morte prematura, nell'infanzia o meglio ancora nel fulgore della giovinezza, era considerato un segno della benevolenza degli dei). Questo fa comprendere come fosse riservata allora al bambino giapponese, e sia in gran parte ancora adesso riservata, una affettuosa tolleranza assolutamente priva di prescrizioni, coercizioni, divieti o punizioni.

Utagawa Yoshishige (1840 circa)

 

Stampa del genere monozukushi-e (enciclopedica)

Raffigura un campionario di stoffe, usate sia nell'abbigliamento che nella confezione di fodere e borse

(Catalogo)

Alla rigida disciplina del mondo giapponese il bambino veniva  gradualmente introdotto attraverso cerimoniali rigidi ma con una atmosfera incantata ed ovattata, in cui il bambino doveva scrupolosamente osservare rituali e procedure pur rimandendo perfettamente consapevole che tutto quanto veniva fatto rimaneva incentrato sulla sua persona e non era una mera sovrapposizione esterna voluta dagli adulti. Al sistema di cerimonie per bambini consolidato in epoca Tokugawa e conosciuto come gosekku - le 5 festività stagionali - appartengono quelle che ancora oggi conoscono immediatamente tutti coloro che si interessano della cultura e della società giapponese: la cerimonia delle bambole riservata alle femmine (hina matsuri ma anche joshi no sekku), tenuta in marzo, in cui viene allestita nella casa una piccola ricostruzione della corte imperiale, sistemando su una serie di sette mensole bambole riccamente abbigliate con abiti di corte, spesso tramandate di generazione in generazione.

La mensola superiore è riservata alle bambole imperiali (dairibina) rappresentanti l'imperatore e la consorte, seguono man mano sulle mensole inferiori, tre dame addette al servizio del sake, cinque musici (go-nin bayashi), due ministri, tre guardie del corpo ed infine nelle due mensole inferiori vari personaggi di contorno. Vengono distribuiti dolci di riso (hishimochi) e un tipo particolare di liquore (shirozake). E la festa riservata ai maschi in maggio che viene chiamata tango no sekku (primo giorno del cavallo) o dal 1948, quando fu decretata festa nazionale, kodomo no hi (giorno del bambino), durante la quale vengono esposte all'aperto grandi bandiere a vento raffiguranti la carpa (koi nobori oppure gogatsu nobori, bandiera del quinto mese), simbolo beneaugurante: una per ogni bambino e di dimensioni proporzionali all'età, che agitate dal vento riproducono realisticamente il flessuoso movimento di un pesce nell'acqua. I bambini vengono ammessi al tangu no sekku all'età di sette anni: in questo giorno ricevono la visita dei loro maestri, poi si battono in scherzosi duelli (shôbuuchi) armati di fiori. All'interno della casa vengono esposti pupazzi rivestiti di armi, armature e spade (chisa-gatana) di dimensioni adatte per un bambino. Il dolce riservato a questa festa si chiama chimaki, ed è composto con riso cotto a vapore, avvolto in foglie di bambu.

Utagawa Hiroshige (1797-1858): Suidobashi Surugudai (il ponte Suido dalla collina Surugudai), dalle "100 vedute di Edo"

 

Questa celeberrima stampa, dominata dall'enorme koi nobori in primo piano, col monte Fuji sullo sfondo, non era presente alla mostra di Bologna ove in ogni caso Hando Hiroshige era ben rappresentato, ma ci sembra utile proporla per visualizzare attraverso gli occhi in un grande artista la festa koi matsuri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' in questo ambiente culturale che si sviluppa in epoca Edo l'arte figurativa chiamata kodomo-e: stampe raffiguranti bambini, ma anche stampe dedicate alla educazione dei bambini, vere e proprie enciclopedie illustrate, a volte ritagliabili e componibili, attraverso le quali iniziare a conoscere il mondo scorrendo campionari di acconciature, di stoffe, di lottatori di sumo, di animali, di oggetti di uso comune, accompagnati ovviamente dalla relativa terminologia.

Utagawa Shigenobu (1826-1869, conosciuto anche come Hiroshige II)

 

Stampa di tipo enciclopedico raffigurante pesci, molluschi e crostacei.

(Catalogo)

 

Spiccano il tonno (maguro), il più grande e di colore blu, il polipo (tako), vari tipi di gamberi, ecc.

Nel catalogo queste opere vengono accostate per gusto e vivace disposizione degli animali su uno sfondo neutro ai mosaici romani esposti al Museo Archeologico di Napoli.

La produzione kodomo-e si può a sua volta suddividere in tre sottocategorie: l'okayo-e rappresenta il nido familiare, il bambino intento alle proprie attività giornaliere, assieme alla madre; le stampe kodomo-e vere e proprie rappresentano i bambini all'interno del loro particolarissimo mondo incantato, occupati in ogni tipo di gioco; le stampe omocha-e erano destinate piuttosto all'apprendimento mediante il gioco.

Vi erano ulteriori suddivisioni all'interno delle stampe enciclopediche: le monogatari kome-e illustravano storie e leggende, le hagoita-e erano aquiloni o lanterne di carta ritagliabili, le monozukushi-e erano campionari di oggetti, animali e piante, e così via.

 

 

 

 

 

 

L'arte classica occidentale ci ha lasciato numerosi mosaici e affreschi del medesimo genere, raffiguranti cioé pesci, uccelli, fauna esotica, giardini, conservati al giorno d'oggi in numerosi musei -

Proponiamo per termine di paragone questo mosaico, proveniente dalla sede di Palazzo Massimo del Museo Nazionale Romano in Roma, città particolarmente ricca di questo genere di testimonianze artistiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Goyutei Eikyō (attivo tra il 1830 ed il 1844)

 

Stampa di tipo omocha-e, facente parte di una serie di 17 fogli di autori diversi

 

Le sagome delle bamboline venivano ritagliate dalle bambine, che le rivestivano con kimoni ricavati dai campionari di stoffe presenti in ogni foglio. Il fondo a tinta unita veniva utilizzato per le fodere.