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Nel 1940 il Kobukan venne riconosciuto come Fondazione da parte del governo Giapponese, ed erano quindi state gettate le basi per affidare il gravoso compito di diffondere integro il messaggio di O-Sensei ad una organizzazione ufficiale. Sfortunatamente la guerra troncó prematuramente questo progetto. I migliori allievi del Kobukan partirono per il fronte e molti non fecero piú ritorno.

Il Fondatore si ritiró come già detto a vivere nell'eremo di Iwama e il dojo di Tokyo venne adibito a rifugio per gli sfollati. Kisshomaru Ueshiba, aveva peró ormai raggiunto una età in cui poteva iniziare ad assumere le sue responsabilità.

Era ancora uno studente di liceo quando gli venne affidata la gestione del dojo, assieme a Kisaburo Osawa, e fu lui durante gli anni bui della guerra e dell'immediato dopoguerra a permetterne la sopravvivenza superando ogni ostacolo.

Nel 1948 venne rivisto lo statuto della fondazione e fu deciso il nuovo nome di Aikikai; allo stesso tempo il Kobukan divenne Honbu Dojo, e vennero riprese gradualmente le attività di insegnamento essendosi attenuate le proibizioni del governo di occupazione.

 

 

 

A partire da questo periodo iniziarono la loro permanenza all'Honbu Dojo come uchideshi (studenti interni) la maggior parte dei grandi maestri di aikido conosciuti in occidente per la loro opera di diffusione.

Nel 1955, ci fu una ennesima importante svolta nel cammino dell'Aikikai: venne organizzata sul terrazzo dei grandi magazzini Nihonbashi in Tokyo la prima manifestazione pubblica di aikido, che duró ben 5 giorni ed ebbe una vasta risonanza.

Fino a quel momento il Fondatore si era energicamente opposto ad ogni manifestazione pubblica ed anche i canali di accesso all'aikido erano tenuti strettamente riservati. Ma i tempi erano definitivamente cambiati, ed egli stesso ormai riteneva che fossero sufficientemente maturi, e maturo fosse l'aikido, per tentare una diffusione a scala mondiale.

Lo stesso Fondatore intraprese nel 1961 il suo primo viaggio all'estero come insegnante di aikido, recandosi alle Hawaii dove pronunció questo discorso: Sono venuto alle Hawaii per costruire un "ponte d'argento",. fino ad ora sono rimasto in Giappone, a costruire un "ponte d'oro" per unire il Giappone, ma d'ora in avanti desidero costruire un ponte che porti i diversi paesi del mondo ad unirsi attraverso l'armonia e l'amore contenuti nell'aikido. Penso che l'aiki, al di fuori delle arti marziali, possa unire i popoli del mondo in armonia, nel vero spirito del budo, avvolgendo il mondo in un immutabile amore.

Non ci furono altri viaggi, anche se il Fondatore avrebbe desiderato ardentemente farne almeno uno: in Italia. Sembra che arrivó un giorno a mettere sull'allarme i suoi collaboratori, avvertendoli che bisognava partire per andare a visitare la signora Onoda. Risiedeva a quei tempi in Italia infatti e precisamente a Roma Haru Onoda, venuta per perfezionare i suoi studi di scultura, che era stata per diverso tempo la segretaria particolare del Fondatore. Fu lei ad introdurre per prima in Italia l'aikido con corsi regolari.

Negli anni sessanta la grande struttura messa in piedi dal fondatore era quasi completa: molti dei suoi migliori allievi, non ne citiamo alcuno per non correre rischi di omissione, stavano diffondendo il verbo dell'aikido per il mondo.

Nel 1967 la nuova sede dell'Honbu Dojo veniva inaugurata in Wakamatsu, prendendo il posto del piccolo dojo nato come Kobukan circa 35 anni prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1969, alle ore 17 del 26 aprile, il Fondatore terminava la sua parabola terrena. Le sue ceneri riposano  a Tanabe, la terra dei suoi avi.

Trecce dei suoi capelli sono depositate nei luoghi deputati della sua vita: nel cimitero della famiglia Ueshiba ad Ayabe dove riposano i suoi primi figli, presso il Tempio dell'Aiki di Iwama, e presso il santuario di Kumano in quella terra piena di ki che gli ha dato i natali.

A noi restano la sua opera: l'aikido. E i suoi pensieri.