C'era una volta un Cavaliere  vestito metà bianco e metà nero, che in una notte magica di luna piena bussò ad un castello dov'erano samurai armati di katana spade tirate a lucido: lo si intuiva dai loro foderi, luccicanti anche quelli. Questi samurai erano coloro che proteggevano il palazzo dello Shogun, il signore di tutto il Giappone.

 

I samurai, durante il tempo che passava, si dedicavano a praticare esercizi di respirazione - ki -  con la loro katana nel grande piazzale del castello; però a volte invece praticavano fra loro o si sfidavano a duello, spesso finendo in grande disastro: lo Shogun non tollerava i duelli fra i suoi uomini, soprattutto quando si procuravano ferite inguaribili facendo perdere uomini preziosi per la difesa. Il castello aveva infatti bisogno di essere protetto, in quanto il nemico poteva assalirlo da un  momento all'altro.

I samurai,  raccontavano le dicerie della gente che viveva fuori dal palazzo, erano soldati valorosi. Pensate un pò: nel 1600, combattendo con gli altri eserciti vincevano quasi sempre grazie soltanto al magico respiro del loro ki: sconfiggevano e facevano desistere i nemici senza usare le loro spade!

I contadini raccontavano che i samurai riuscivano, concentrandosi, a conficcare la spada in una roccia. Lo Shogun si sentiva al sicuro, nessun esercito si sarebbe sognato di assalire il suo castello.

Ma un giorno si presentò a cavallo, davanti la porta del castello, un vecchietto con una lunga barba bianca... una bella spada con fodero tirato a lucido... vestito metà bianco e metà nero e con il viso sorridente.

La guardia del castello informò immediatamente  lo Shogun della richiesta di una visita a Sua Eccellenza da parte del vecchietto sorridente.

Lo Shogun , anche se un po' con la mosca al naso, pensieroso accettò, dicendo: "Fatelo passare... voglio conoscerlo." 

La guardia rispose "Subito, Sua Eccellenza".

 

 

 

 

 


Al cavaliere venne aperta la porta del castello e fu accolto con trombe e applausi.

Lo Shogun una volta accolto e conosciuto il vecchietto, e ascoltata la sua storia, capì che veramente discendeva anch'esso dai samurai, ma  non era ancora del tutto convinto di quanto diceva.

Degli studi fatti nelle varie scuole di guerra... del suo cerchio "magico"... di quei magici movimenti sferici...

Di quel modo di schivare, immobilizzare, volare, cadere facendo capovolte avanti ed indietro.

Lo Shogun quindi invitò il vecchietto ad insegnare i suoi segreti ad alcuni dei suoi uomini migliori.

 

 

 

 

 

Il cavaliere accettò ed iniziò a spiegare le basi della sua arte, continuando per un certo tempo.

Nel corso del tempo che passava lo Shogun, che osservava con occhi maliziosi il cavaliere - sempre con lo stesso vestito metà bianco e metà nero -  rimase sempre più stupito del suo modo di spostarsi con estrema facilità, usando spostamenti circolari o movimenti con rotazioni sferiche.

E delle sue tecniche! eseguite sfruttando non la propria forza  ma quella dell'avversario, con cui evitava facilmente i colpi fendenti dei samurai del castello o a volte li proiettava lontano lontano.

Ma si rialzavano sempre con un sorriso, senza essersi fatti alcun male!

Assicuravano anzi di essersi divertiti un mondo.

 

 

Il grande Shogun fece quindi una esplicita richiesta al vecchietto, invitandolo a stabilirsi nel castello, per insegnare ai samurai i segreti di questa sua arte magica;

Il vecchietto sorridendo accettò l'invito, iniziando a far conoscere questa magica arte ai samurai.

Il nome del vecchietto... sapete chi è?...

Morihei Ueshiba, il fondatore dell'Aikido.  Venne chiamato il cavaliere bianco e nero per via che indossava  il keikogi bianco e l'hakama nera.