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Le pagine ormai ingiallite del Programma degli Esami dell'Aikikai d'Italia edizione Novembre 1975, la prima che mi capitò di vedere in quanto mi iscrissi ai corsi di aikido del Dojo Centrale di Roma il 26 ottobre 1974, riportano nella prefazione un succinto riassunto della evoluzione del programma stesso:

La presente è la quarta edizione del programma di esami redatto dal Maestro e Shihan Hiroshi Tada, Direttore Didattico dell'Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese.

Le prime edizioni dei programmi di esame del 1964 e 1966 segnarono nel tempo sia le tappe della sempre maggiore diffusione dell'Aikido in Italia, sia il progresso tecnico degli aikidoka.

L'edizione del 1968, che è stata in vigore fino ad oggi, presentò un programma di esami organicamente ristrutturato e tecnicamente completo, la cui validità ha avuto i più ampi e lusinghieri consensi a livello internazionale. Tanto che il predetto programma è stato adottato da numerose Aikikai d'Europa e costituisce, attraverso la linea di pensiero e di studio del Maestro Tada, un legame ideale fra gli aikidoka di altre nazioni.

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Tali modifiche riguardano principalmente gli esami degli yudansha, perché, proprio quando si è raggiunta una buona conoscenza tecnica dell'Aikido, è necessario completarla con lo studio dell'Aikido nel suo aspetto spirituale senza del quale non è possibile alcune vero progresso sulla "via".

Che il maestro Tada abbia ritenuto gli yudansha italiani ed europei maturi per tale nuovo corso di studi non può che essere motivo di giusta soddisfazione, ma deve essere anche sprone ed incitamento per lo studio futuro.

Va detto immediatamente che questo documento riporta informazioni inesatte, ferma restando la buona fede del compianto Segretario Nazionale dell'epoca, Stefano Serpieri, che deve avere ricevuto informazioni fuorvianti o essere stato tradito dalla memoria. Andando per punti:

  • Essendo il maestro Tada arrivato in Italia nell'ottobre del 1964 appare difficile che già quell'anno fosse pronto e disponibile un programma di esami vero e proprio
  • La fondazione della Accademia Nazionale Italiana di Aikido (prima denominazione dell'associazione) risale al 1970: 6 anni dopo
  • Non ho mai visto alcuna traccia di questa prima edizione nell'archivio dell'Aikikai d'Italia, di cui sono stato depositario dal 1978 per oltre 10 anni, in qualità di collaboratore prima e di Segretario Nazionale poi
  • Non avevo visto alcuna traccia di questa prima edizione nel 1965 quando presidiavo una volta a settimana la segreteria del Ueshiba Morihei Dojo, e nemmeno quando nel 1967 collaborai per alcuni mesi con Tada sensei per mettere il Dojo Centrale di via Eleniana in condizioni di iniziare le attività, trasferendo tra l'altro tutti i suoi incartamenti.

Ove si dimostra che anche i documenti d'epoca possono riportare errori, e che ogni informazione va verificata con cura prima di trovarle posto in un ragionamento globale e proporre di trarne delle conclusioni.

E' probabile che in coincidenza con i primi seminari sul territorio nazionale, che cominciarono ad intensificarsi nel 1968, il maestro Tada distribuisse dei programmi di allenamento, che sfociarono poi in un vero programma di esame, copiati con sistemi artigianali. Non esistevano all'epoca fotocopiatrici e la scarsa tiratura difficilmente avrebbe giustificato l'uso di un ciclostile, il sistema che veniva usato all'epoca per riprodurre dattiloscritti.

Naturalmente la richiesta crebbe immediatamente giustificando qualcosa di più "ufficiale": Questo programma, di cui disponiamo grazie alla cortesia del maestro Nunzio Sabatino risale probabilmente al 1968 (Tada sensei vi risulta ancora 7. dan, venne nominato 8. dan nel 1969). Nell'intestazione non appare l'Aikikai d'Italia, ancora di là da venire, ma un generico Aikido Italiano e alcune perle come shomenuci testimoniano il livello pionieristico di allora, i vistosi errori tipografici il carattere informale del documento sicuramente non sottoposto alla revisione di Tada sensei nonostante la scritta in calce indichi che fu da lui redatto.

Di sicuro l'archivio dell'Aikikai d'Italia custodiva nel 1978 solamente tre edizioni del Programma di Esami. Erano assolutamente identiche come formato e molto simili nelle scritte. Il Programma, chiamato in gergo "il libretto",  era considerato materiale didattico non tassabile ed era quindi in vendita: a 500 lire (25 cent). E assicuro che andava a ruba, si ristampava in media ogni due anni, 

Non ho più alcun esemplare di quella che considero la prima edizione, salvo rinvenirne una copia dimenticata chissà dove. L'ultima la consegnai pochi anni fa a Tada sensei che stava preparando la nuova edizione (2009). La copertina era bianca e non recava indicazioni della data, il programma molto simile a quello del foglio di origine ignota degli anni 60.

La seconda edizione, sempre senza data, ha (aveva, come vedete dalla foto...) la copertina celeste e la scritta Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese.

Questo prova che non ci fu una "edizione del 1968, che è stata in vigore fino ad oggi" (Novembre 1975).

Risale infatti a non prima del 1972, anno in cui una proposta di legge suggerita dal Coni (che non venne però mai approvata in parlamento) impose un cambiamento di ragione sociale eliminandone la parola Accademia che doveva diventare prerogativa esclusiva degli enti riconosciuti se non addirittura inglobati nel CONI.

La denominazione precedente, che continuò per qualche tempo ad essere utilizzata in posizioni che non dessero troppo nell'occhio, è visibile nella copertina: Accademia Nazionale Italiana di Aikido.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ad ulteriore conferma consultiamo Aikido 1972 n. 3, dove Giovanni Granone scriveva nell'editoriale intitolato Il colore della cintura in cui parlava di una allarmante sindrome di perdita dell'obiettività che:

... ha subito recentemente alterne fasi di regressione e di recrudescenza, dovute principalmente a due fattori contrastanti ma ugualmente,, anche se in diverso modo, traumatizzanti: la pubblicazione da parte dell'Aikikai d'Italia del nuovo programma di esami che risulta notevolmente ampliato e a prima vista assai più difficoltoso ... nonché la possibilità, recentemente palesatasi, di raggiungere lo scopo al di fuori dell'Aikikai con poco sforzo ed irrisoria facilità.

Ove si dimostra anche che la materia degli esami e dei gradi ha sempre attirato - perlomeno in Italia - discussioni; e grossomodo sempre per le medesime ragioni.

Tentiamo a questo punto di fare una ragionevole ipotesi di ricostruzione delle varie edizioni del Programma di Esami dell'Aikikai d'Italia.

  • La prima edizione. Copertina bianca; risale probabilmente al 1970, anno di fondazione dell'Aikikai, raccogliendo verosimilmente in forma ufficiale quanto fino ad allora distribuito brevi manu da Tada sensei e ristampato informalmente.
  • La seconda edizione. Copertina celeste;  risale indubbiamente al 1972 ed è rimasta in vigore fino al novembre 1975: Ha apportato rispetto alla precedente notevoli ampliamenti e il programma venne ritenuto più difficoltoso.
  • La terza edizione: Copertina gialla: risale al novembre 1975 e nella prefazione si precisa che contiene le modifiche necessarie a sviluppare una più completa ed armonica conoscenza dell'aikido ma anche cheTali modifiche riguardano principalmente gli esami degli yudansha. Su questa edizione e sulle successive non è necessario approfondire.
  • La quarta edizione. Copertina nera: risale al 1986/87, ma pubblicata nel 1988, e la curai di persona, seguendo naturalmente alla lettera le indicazioni dei maestri Hosokawa e Fujimoto con i quali ero in contatto costante, mentre loro riferivano quotidianamente a Tada sensei con la abituale telefonata di mezzanotte dalla segreteria (in coincidenza con le 7 della mattina a Tokyo).
  • La quinta edizione. Copertina bianca con bordo viola, risalente al 2009 e tuttora in vigore, con modifiche alla tempistica introdotte nel settembre 2012. Ma non so nemmeno se sia stata prevista una edizione a stampa: gli interessati, insegnanti e candidati, la scaricano direttamente in pdf dal sito Aikikai. I tempi cambiano...

Torniamo ora a parlare della prima edizione ufficiale, quella per intenderci con la copertina bianca. Fu questa che venne presentata nel 1972 dal maestro Tada agli altri shihan presenti al raduno internazionale estivo, per raccogliere le loro opinioni, osservazioni, proposte.

Fujimoto sensei, da poco arrivato in Italia, era presente e ha voluto prima della sua scomparsa rievocare questo storico episodio. Partecipavano al seminario i maestri Tamura (Francia), Asai (Germania), Chiba (Inghilterra), Kitaura (Spagna). Apprezzarono il testo e decisero di adottare anche loro come programma ufficiale quello che sarebbe uscito fuori dal lavoro di affinamento sul programma dell'Aikikai d'Italia.

Immediatamente dopo venne pubblicata in Italia la nuova versione (celeste) del Programma. Quello di cui abbiamo parlato e che in Aikido 1972 n. 3 veniva definito: "notevolmente ampliato e a prima vista assai più difficoltoso".

Frutto del lavoro del maestro Tada, certamente. Ma anche del lavoro e del parere concorde - potremmo dire unanime - dei maggiori rappresentanti dell'Hombu Dojo in Europa.

Via via altre organizzazioni nazionali riconosciute dall'Hombu Dojo pubblicarono i loro programmi, sempre sulla base di quello italiano. Che fu il primo vero e proprio Programma di Esami di aikido. Il primo al  mondo. E che forse sarebbe più appropriato definire Programma Didattico in quanto l'elenco delle tecniche che si ritengono essenziali per il superamento dei progressivi livelli di apprendimento non esaurisce la sua funzione nel momento dell'esame, ma condiziona ed indirizza quotidianamente il lavoro di ogni insegnante e di ogni praticante. Ed in quanto tale va sottratto, secondo lo scrivente, a discussioni di tipo assembleare e ne va lasciata la responsabilità ad una autorità didattica superiore.

Tornando a questo excursus storico, per vie a me sconosciute - probabilmente Fujimoto sensei ne era al corrente ma non ritenemmo che le modalità di trasmissione avessero importanza quindi non ne parlammo mai - il programma italiano giunse all'Hombu Dojo.

L'ipotesi più verosimile è che il "libretto celeste", o forse il "giallo"  sia stato semplicemente mostrato e messo a disposizione da Tada sensei, che era all'epoca insegnante titolare presso l'Hombu Dojo. L'Hombu, che non aveva mai ritenuto necessario in precedenza dotarsi di un Programma di Esami, decise di adottarlo.

Come si vede è una storia relativamente semplice anche se sorprendente (ma le migliori sorprese sono molto spesso quelle più semplici).