Indice articoli

Yuzo, di pessimo umore, non risponde alle domande di Masako che era rimasta ad attenderlo fuori del locale.

SI allontana silenzioso, a grandi passi, senza dire se ha incontrato o no il suo amico. Lei lo segue perplessa.

Invano due fotografi ambulanti li riprendono, ofrfrendo loro gratuitamente le stampe quando si rendono conto che i due giovani non vogliono o più probabilmente non possono pagarle.

Il malumore di Yuzo è tale che nemmeno questo piccolo gesto di spontanea cortesia vale a smuoverlo.

 

 

 

 

 

 

E' già passato l'inverno, con la sua austera bellezza.

Altrimenti avrebbero potuto fare dei pupazzi di neve, anche se non attrezzati per resistere bene al freddo, ed entrambi con le scarpe malridotte.

Davanti al rustico sedile che hanno scelto per mangiare finalmente quei dolci costati loro così cari sembra non esserci nulla di notevole.

Eppure è sempre meglio che rifugiarsi dentro una condotta di cemento, e già si annunciano i primi segni della primavera, Yuzo osserva che tra non molto cominceranno a fiorivi i ciliegi.

Sembra una parabola del difficile momento, loro e dell'intera nazione, in cui una epoca difficile, un rigido inverno, si è concluso mentre la primavera tuttavia tarda ad arrivare.

 

 

 

D'improvviso si materializza davanti a loro un bambino, miseramente vestito e sudicio, che li guarda muto.

Risponde negativamente alle domande di Masako; non ha genitori, non ha fratelli. Non ha famiglia.

Ma ha una richiesta da fare: potrebbe avere uno dei dolci?

Non chiede che gli venga regalato: estrae dalla logora giacchetta un rotolo di banconote, e offre tranquillamente 10 yen per uno dei dolci.

Come sappiamo è la stessa cifra che i due hanno pagato per tutti i dolci.

 

 

 

 

 

 

Masako non accetta il denaro, e dona al bambino il dolce voluto.

Il piccolo vagabondo (Shiro Mizutani, che avrà una parte due anni dopo in Cane randagio, per poi non lasciare più tracce sullo schermo) finalmente sorride mentre accetta il dolce dalla mano di Masako.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sua serenità non dura a lungo.

Si è seduto sulla staccionata per mangiare il suo dolce, ma i due insistono per sapere qualcosa di lui, con l'evidente intenzione di aiutarlo.

La sua risposta è aggressiva, soprattutto nei confronti di Yuzo.

Cosa ne sanno loro della vita? Hanno di che vivere? Hanno un nido dove rifugiarsi?

E' evidente che non hanno nulla di tutto questo e che quell'orfanello, pagando il prezzo terribile della perdita della sua infanzia e della sua innocenza, ha saputo adattarsi meglio di loro, ed è più autosufficiente di loro.

 

 

 

 

 

Dopo questo imprevisto e sconvolgente episodio i due faticano a lungo a riprendersi, e non hanno più il coraggio di guardare le famiglie che passeggiano lungo i viali, tenendo per mano i bambini, senza ripensare al cinico orfanello.

Hanno bisogno di qualcosa di positivo, e una volta tanto il caso viene in loro soccorso.

Un cartello, chiaramente pensato per i bambini, indica la direzione per il giardino zoologico.

Sì, quella sarà l'occasione per passare qualche ora spensierata, ritornando bambini.

 

 

 

 

 

 

 

In realtà l'essere umano difficilmente riesce ad estraniarsi dai suoi problemi.

Gli animali vivono invece attimo per attimo, in assoluta spontaneità e senza retropensieri.

Solo le condizioni innaturali in cui sono costretti a vivere gli animali in un giardino zoologico possono renderli paragonabili ad esseri umani, ed è proprio quello che faranno Yuzo e Masako, abbandonandosi al piacere di identificare tipi umani negli animali che incontrano.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nonostante tutto  il modesto investimento del biglietto dello zoo, pur riducendo a 23 yen tutti i loro averi, si è dimostrato fruttifero; hanno passato qualche ora in serenità.

Li attende però all'uscita un nuovo imprevisto: una pioggia insistente che li costringe a cercare un riparo sommario.

Se la neve, che rimpangono, copre tutto di un manto immacolato e induce alla serenità, la pioggia talvolta riesce solo a dare fastidio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Yuzo propone di cercare rifugio nel suo appartamentino: la persona con cui lo divide non rientrerà che a mezzanotte, non c'è molto di cui disponga ma perlomeno un te caldo lo potrà offrire.

E' evidente però che Masako non si sente pronta a restare sola in intimità con Yuzo, la proposta la imbarazza.

Propone allora che sia Yuzo a recarsi da lei.

Ma qui c'è il problema opposto, sono 16 persone in 4 stanze e di intimità non è assolutamente il caso di parlarne. Inoltre la sorella di Masako ha la proprietà di essere involontariamente invadente e mettere in soggezione Yuzo.

I due si trovano di nuovo ad un punto morto.

Yuzo pensa che a qul punto tanto vale salutarsi, senza stare a prendere inutilmente l'acqua ed il freddo: dopo tutto una domenica da 35 yen vale sempre e soltanto 35 yen.

 

 

Ancora una volta il caso viene loro in aiuto.

Masako nota che proprio dove si sono rifugiati per sfuggire alla pioggia è affisso il manifesto di un concerto di musica sinfonica, che annuncia musiche di Franz Schubert.

Potrebbero andarci... come erano andati una volta prima della guerra ad un concerto avente lo stesso programma.

Yuzo non sembra entusiasta, e le sue obiezioni non appaiono molto logiche: sicuramente - secondo lui - non sarà la stessa orchestra d'anteguerra, e certamente non suoneranno allo stesso modo.

Ma infine si lascia convincere: andranno al concerto di Schubert. Il biglietto costa 10 yen a persona, e ne hanno ancora 23.