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Karl Haushofer

Lo sviluppo dell'idea imperiale nipponica

Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, 1942

 

L'enigmatica figura di Karl Haushofer (1869-1946) probabilmente può essere inquadrata meglio solamente attraverso i suoi scritti, rinunciando alle fonti indirette. Di consequenza, il testo di questa conferenza, tenuta nel 1942 presso l'ISMEO di Roma (Istituto per il Medio ed Estremo Oriente, poi divenuto ISIAO e posto in liquidazione amministrativa nel 2012), riveste un particolare interesse. Dovremo chiarirne i motivi prima di passare alla analisi del testo. Va prevenuto il lettore che non sarà una esposizione breve ma nemmeno potrà scogliere molti dubbi, destinati a rimanere sul terrreno.

 

Nato a Monaco di Baviera, Haushofer proveniva da una famiglia di accademici e studiosi e sembrava destinato a proseguire su questo cammino. Terminato il liceo prestò il servizio di leva nell'esercito e si trovò a suo agio nell'ambiente militare decidendo di rimanervi. Perfezionò i suoi studi presso l'Accademia di Guerra del Regno di Baviera, che faceva parte dal 1871 dell'Impero Germanico, e venne sul finire del secolo assegnato allo stato maggiore con incarichi di insegnamento nelle Accademie. Nel novembre 1908 venne inviato in Giappone in qualità di osservatore e di istruttore di artiglieria presso l'esercito nipponico, tessendovi una  fitta rete di rapporti e ottenendo una udienza presso l'imperatore Meiji, giunto quasi al termine del suo lungo regno.

Haushofer si trattenne in Giappone fino all'estate del 1910 e viaggiò in numerosi altri paesi asiatici, tra cui Corea, Tibet e India, studiandone le lingue e la filosofia. Al ritorno in patria prese una lunga aspettativa dall'esercito per ragioni di salute e conseguì il dottorato in filosofia a Monaco discutendo la tesi Dai Nihon, Betrachtungen über Groß-Japans Wehrkraft, Weltstellung und Zukunf (Riflessioni sulla grande forza militare del Grande Giappone, sulla sua posizione nel mondo e sul futuro). Richiamato in servizio, durante la Prima Guerra Mondiale ebbe il comando di una brigata sul fronte occidentale, e al termine del conflitto aveva il grado di maggior generale, col quale si congedò per ritornare nel mondo accademico.

Ottenuto un incarico alla Università di Monaco nel 1919, Haushofer sviluppò le sue idee: gli insuccessi della Germania erano dovuti secondo lui anche ad una insufficiente conoscenza di quanto accadeva nel mondo, era pertanto necessario accrescere sia nel mondo accademico che nella società le competenze geopolitiche e diffondere la conoscenza dei meccanismi che governano le scelte esistenziali dei popoli e le dinamiche dei loro rapporti, conflittuali o di collaborazione e mutuo sostegno che fossero.

Ebbe tra i suoi assistenti un promettente giovane di nome Rudolph Hess. Negli anni successivi Hess si avvicinò alle idee di Adolf Hitler trasmettendogli il materiale elaborato da Haushofer, che venne adattato per utilizzarlo in numerosi discorsi o testi del futuro fürher.  Per questa ragione Haushofer viene spesso considerato un ispiratore o perlomeno un fiancheggiatore del regime nazista. Cosa peraltro da lui negata, in quanto sosteneva di non avere alcuna responsabilità nella appropriazione di alcune sue idee - peraltro malcomprese e distorte - da parte dell'ideologia nazista, e di esserne venuto a conoscenza solamente a posteriori.

I vincoli non solo professionali ma anche personali con Hess sono indiscutibili. Nel 1923 questi venne imprigionato assieme ad Hitler in seguito al fallito colpo di stato conosciuto come il Putsch di Monaco. Haushofer si recò a visitarlo in prigione, incontrandosi anche con Hitler.

Va rilevato che le teorie geopolitiche di Haushofer riscuotevano all'epoca grande interesse di conseguenza molti personaggi politici vollero incontrarlo, ma non solamente o principalmente quelli destinati a compromettersi con il regime nazista. Vanno ricordati soprattutto due pionieri dell'integrazione europea come il futuro cancelliere Konrad Adenauer e l'austriaco Richard Coudenhove-Kalergi, di madre giapponese tantevvero che il suo terzo nome era Eijiro. Fu Kalergi per primo a ricevere nel 1950 il premio Charlemagne e fu sempre lui a proporre l'adozione dell'Ode alla gioia di Beethoven come inno dell'Europa Unita.

Negli anni che precedettero la guerra, mentre il nazismo saliva al potere, i legami ideologici con Haushofer sembravano quasi cessare per dar luogo anzi ad aperta ostilità, mentre Haushofer continuava a mantenere rapporti con ambienti ed istituzioni internazionali estranei se non apertamente ostili alla Germania nazista. Nel 1933 la sua casa venne sottoposta a perquisizione per cercarvi armi, senza risultato.

Nel 1935 in seguito alla promulgazione delle leggi razziali di Norimberga alla moglie di Haushofer - che aveva alcuni ascendenti ebraici - e ai figli venne imposta la qualifica di misching (sangue misto). L'intervento personale di Hess, intimo amico di Halbrecht Haushofer (figlio maggiore di Karl e collega di studi dello stesso Hess) fece assegnare ai membri della famiglia un certificato: forse un Deutschblütigkeitserklärung (attestazione di sangue tedesco) che alleggeriva la posizione di chi ne era in possesso o forse quello cosidetto di "arianità ad honorem" che veniva concesso personalmente da Hitler e poteva essere in ogni momento revocato.

E' noto a tutti che in un momento della Seconda Guerra Mondiale in cui sembrava inevitabile ed imminente la vittoria nazista (maggio 1941) Rudolph Hess si impossessò di un aereo militare e pilotandolo personalmente sfuggì agli aerei da caccia che avevano l'ordine di abbatterlo raggiungendo l'Inghilterra, dove ebbe un atterraggio di fortuna.

Catturato dall'esercito inglese, chiese ed ottenne un colloquio con il duca di Hamilton, portando a garanzia la comune amicizia con Halbrecht Haushofer, chiedendogli di conferire con WInston Churchill. Gli scopi della sua missione non vennero mai resi noti, e parte della documentazione relativa è ancora considerata segreta. I colloqui con le massime autorità, se mai ci furono, non ebbero frutto ed Hess venne imprigionato.

Da parte sovietica si continuò sempre a negare il suo rilascio pertanto Hess nel 1987 morì suicida a 93 anni nel carcere tedesco di Spandau, in cui era rimasto l'unico prigioniero. I maggiori esponenti della alleanza occidentale si espressero ripetutamente contro la posizione sovietica, lasciando immaginare che Hess,  fuori di se mentre faceva le sue proposte,  non avrebbe dovuto essere preso sul serio. Churchill parlò apertamente di un caso clinico e non politico. Tutto lascia supporre che Hess intendesse proporre una pace tra Germania ed Inghilterra che avrebbero poi dovuto muovere guerra congiunta contro l'Unione Sovietica. Le circostanze della sua avventurosa fuga dalla Germania confermano però che si trattava solamente di una sua idea fissa - probabilmente patologica - che non trovava alcun credito in Germania.

Nel 1944 Halbrecht Haushofer, dopo il fallito tentativo di attentato contro Hitler da parte di Von Stauffenberg, si diede alla clandestinità ma venne rintracciato ed arrestato. Pochi mesi dopo, mentre la Germania stava crollando sotto i colpi incrociati degli angloamericani e dei sovietici, fu prelevato dalla sua prigione e fucilato da un reparto delle SS. Il professore Karl Haushofer venne internato dal regime a Dachau, ma ne uscì vivo. Nel setttembre 1945 venne sottoposto ad inchiesta da parte delle autorità di occupazione, che non riscontrarono sue implicazioni in crimini di guerra o nelle attività del partito nazista, prosciogliendolo. L'11 marzo 1946 Karl Hausofer e la moglie Martha si toglievano la vita avvelenandosi con arsenico. Assieme ad Haushofer scomparvero probabilmente per sempre le chiavi necessarie a comprendere le ragioni e le motivazioni delle sue dottrine e delle sue azioni.

Non si può fare a meno di osservare che l'epilogo della vicenda umana di Haushofer ricorda in modo impressionante quello del generale nipponico Nogi, di cui abbiamo parlato anche nella recensione al testo di Barthes L'impero dei segni e più in dettaglio qui. E' estremamente probabile che Haushofer abbia conosciuto Nogi durante il suo soggiorno in Giappone, sicuramente il suicidio di Nogi e della sua sposa era a sua conoscenza e deve avergli lasciato una profonda impressione.

Abbiamo già detto che il testo della conferenza riveste notevole interesse: venne tenuta a Roma il 6 marzo 1941. L'Italia era entrata in guerra l'anno precedente (10 giugno 1940) mentre il Giappone era in quel momento neutrale. L'azione contro Pearl Harbor che segnò l'apertura delle ostilità da parte del Giappone contro gli Stati Uniti d'America (azione che venne giudicata proditoria, tanto che il presidente statunitense Roosevelt definì quel giorno the Day of infamy) avrà luogo solamente il 7 dicembre di quello stesso anno. Rudolph Hess avrebbe spiccato il volo verso l'Inghilterra per la sua folle missione appena due mesi dopo la conferenza.

Ci troviamo quindi in un momento storico in cui le idee di Haushofer - teorizzate in diversi suoi testi - di una naturale e proficua alleanza tra Impero Nipponico, Italia e Germania, assumono particolare rilevanza e possono considerarsi concause di avvenimenti epocali, che vengono a maturazione proprio in quel periodo.

Non vengono date indicazioni sulle modalità con cui venne raccolto il testo, né sulla lingua in cui Haushofer tenne la sua esposizione. Sappiamo che padroneggiava molte lingue asiatiche ma non se fosse in grado di tenere una conferenza in italiano. Diversi indizi portano a credere che si tratti della verbalizzazione di un resoconto stenografico, come le trascrizioni fonetiche di termini e nomi giapponesi (Chioto, Tocugaua...) che vengono sporadicamente affiancate dalla trascrizione corretta inserita tra parentesi. Per quanto apparentemente indirizzata ad un pubblico generico non particolarmente addentro alla storia giapponese la conferenza non manca di lasciare interessanti spunti che potrebbero essere materia di proficui approfondimenti.

Cercheremo di citarne ampi stralci, rinunciando a pubblicarne il testo integrale. Non sono infatti ancora scaduti i termini dei diritti di autore: occorrerà attendere per questo il marzo 2016, quando saranno trascorsi 70 anni dalla morte di Karl Haushofer.