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Katsuaki Asai sensei, direttore didattico dell'Aikikai di Germania, ha tenuto il 10 ed 11 marzo a Roma il suo consueto seminario annuale, organizzato dal Dojo Nozomi in collaborazione con l'Associazione Aiko. Un'altra importante occasione di studio e di incontro. Troverete dettagli tecnici dopo la fotocronaca di Manuela Gargiulo ma anticipiamo già qualcosa: gyakuhamni il primo giorno, aihanmi il secondo. Mentre molti propongono un aikido sempre più "originale", i grandi maestri tornano al kihon.

 

 

E' arrivato anche quest'anno l'appuntamento con il maestro Asai, organizzato dal Dojo Nozomi
di Roma.

Quest'anno c'era molta malinconia tra di noi per via della scomparsa terrena del maestro Fujimoto. E' sempre presente però nei nostri cuori.

Sul kamiza del tatami dove ci eravamo allineati in attesa del seminario era infatti presente oltre alla foto di o
sensei anche una del maestro Fujimoto, poggiata sopra un tenugui che portava il suo nome.

E proprio parlando di lui ha esordito Asai sensei, descrivendone l'assenza sui tatami mondiali come una grandissima perdita per tutto il mondo dell'aikido.

Non è stata l'unica dolorosa perdita, ha ricordato anche quelle recenti di Tamura sensei e di Sugano sensei.

Dopodichè Asai ha voluto rassicurarci sulla sua salute, sdrammatizzando il triste momento che si era creato sentendo l'assenza del nostro caro maestro Fujimoto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E così è cominciata l'avventura romana con il maestro: eravamo veramente tanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E a giudicare dalle facce ci siamo tutti divertiti tanto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Abbiamo seguito il maestro negli esercizi di respirazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell'aikitaiso poi ci siamo addentrati nel lavoro a coppie focalizzandoci su quello di uke, che si allunga all'estremo ricercando l'allineamento del corpo.

La testa protesa verso la mano di contatto con tori, il posizionamento dell'altro braccio: dove spostarlo per non appesantire il corpo nei punti sbagliati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo poi passati allo studio di altre tecniche, ma sempre focalizzandoci sul lavoro lineare di uke.

Sul tatami stavamo quindi tutti a sistemare i relativi uke per aiutarli ad allinearsi e se al contrario si trovavano fuori asse cercavamo di capire quale movimento di tori andasse ad impedire il corretto allineamento di uke.

Uno studio accurato sul'equilibrio personale, e di riflesso sull'equilibrio dell'altro.