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Il Maadakai si è trasformato in una task force che si dedica giorno e notte alla ricerca di Nora, tra le rovine di una città che continua a dover mostrare le sue ferite.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pochi giorni prima il professore si era recato a tenere una conferenza in provincia, e durante il ritorno su uno dei suoi amati treni, ad una stazione intermedia...

Nora gli era apparso, e lo guardava come a volergli dire qualcosa; il professore si era affrettato ad aprire il finestrino, ma troppo tardi: il treno già ripartiva.

Non appena ritornato a casa aveva avuto conferma dei suoi peggiori timori. Nora era scomparso.

 

 

 

 

L'immagine di Nora costretto a vagare sotto la pioggia tra le macerie lasciate dalla guerra, in crudele contrasto con l'accogliente cuscino ove amava accoccolarsi, nella sala da bagno, non abbandona la mente di Uchida.

Fin dal giorno della scomparsa di Nora, nè lui né la moglie hanno più avuto la forza di utilizzare la stanza da bagno.

 

 

 

 

 

 

Anche il professore si improvvisa investigatore, non lascia nulla di intentato pur di rintracciare Nora.

Si reca alla uscita delle scuole e distribuisce volantini ai bambini, con la preghiera di riportargli Nora o di dargli sue notizie: identificarlo sarà facile, quando chiamato si guarda bene dal venire, ne andrebbe della sua reputazione di randagio, ma alza le orecchie e fissa con attenzione chi lo ha chiamato.

Un bambino chiede, con la saggia ingenuità dei bambini, che cosa abbia di speciale quel gatto, cosa abbia di differente da ogni altro gatto. Il professore, che pure sa parlare di tante cose che sfuggono ai più, che pure lo sa, non sa tuttavia spiegarlo.

 

Sono passati ormai otto mesi, ed il professore si aggrappa ad ogni tenue speranza.

Le statistiche dicono che in media un gatto perduto riesce a ritrovare la strada di casa proprio in otto mesi, forse è il momento buono,

Ed infatti giunge la telefonata salvifica: Nora è stato ritrovato, basta solo andarlo a prendere.

 

 

 

 

 

 

 

Era solo una crudele illusione: quel gatto non era Nora, quel gattone randagio bianco e rosso, simile a tanti altri eppure unico.

Sembra proprio che Nora non debba tornare ad intrufolarsi attraverso quel buco nella palizzata da dove era entrato senza chiedere il permesso a nessuno, quel buco che il professore continua a fissare ogni giorno per ore ed ore, tentando di alimentare una speranza ormai non più alimentabile.

La disperazione del professore sembra trascinarlo ove non sarà più possibile fare nulla. Che debba finalmente arrendersi, accettando tacitamente di prepararsi per l'ultimo passo?

 

Takayama e gli altri dirigenti del Maadakai si recano a consulto presso il professore, decisi a fare qualcosa anche se non saprebbero dire cosa, o perlomeno ad essergli vicini e fargli sentire la loro solidarietà.

Lo trovano in uno stato di prostrazione ormai estremo.

Nemmeno fa caso oramai ai falsi allarmi, troppe volte è rimasto deluso. L'apparizione nel giardino di un gatto randagio, dal fatidico buco nella palizzata, non può essere altro che l'ennesima crudele illusione.

E lo è.

 

 

Oppure no?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La signora Uchida ha deciso di oltrepassare l'ostacolo. Certamente, questo gattone bianco e nero (o nero e bianco?) non è Nora, né pretende di esserlo.

Ma è vivace, affettuoso... e gli  piacciono le sardine fresche, come piacevano anche a Nora.

 

 

 

 

 

 

 

Ma il professore? Cosa ne pensa il professore?

Il professore pensa che un nome adatto possa essere Kurz, Corto in tedesco (non per niente ha insegnato tedesco per trenta anni). Ha infatti la coda corta, un buffo mozzicone nero.

E poi in giapponese può essere reso efficacemente con Kuru.

Insomma, il professore non è ancora pronto: riprenderà a cantare Madadayo!