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ValignanoCome in quasi tutte le spedizioni dell’epoca, quella d’inizio di questa storia non fa eccezione, tra i personaggi che viaggianti a bordo della nave, vi era un gesuita, elemento quasi onnipresente durante quell’epoca di evangelizzazione a tamburo battente portata avanti dal papato per esplorare il mondo alla ricerca di adepti.

Il gesuita italiano si chiamava Alessandro Valignano (1539–1606) e arrivò in Giappone nel 1579 portando con sé un suo servitore, un africano di colore.

La nostra storia si sviluppa intorno alla figura di Oda Nobunaga: Nagasaki era sotto il suo controllo e alla sua corte visse il samurai nero fino a quando se ne persero le tracce.

In quel periodo Nobunaga controllava la zona attraverso i clan a lui associati e il territorio controllato era molto vasto comprendendo la maggior parte delle province intorno alle antiche capitali di Nara e Kyoto e le regioni di Hokuriku, Chugoku, Shikoku (la zona di Nagasaki) e una parte del Togoku (la parte orientale del Giappone, in particolare la regione del Kanto).

Il servitore africano di Padre Valignano era Yusufe, nome che poi cambierà (per merito suo o altrui) in Yasuke “Kuru-san” (sig. NERO), e venne descritto come spiccatamente più alto della media nipponica, possente, muscoloso e con "… sua potenza come quella di 10 uomini…". Thomas Lockley (professore associato a Nihon University College of Law a Tokyo) ha detto del missionario: "Come prete non gli era permesso avere soldati o guardie" … "Eufemisticamente parlando, avevano dei camerieri - servitori"

YasukeRoos2Una ipotesi sulle sue origini vuole che Yasuke sia nato tra il 1530 e il 1540 in Mozambico e potesse appartenere al popolo Yao che stava appena entrando in contatto con i portoghesi, il che potrebbe spiegare il suo nome: Yao aggiunto al suffisso del nome maschile giapponese produce Yao-suke. Nel giugno 2013, in un programma televisivo giapponese della TBS intitolato Sekai Fushigi Hakken "Scoperta dei misteri del mondo" il rapporto investigativo di Mariko Miyaji suggerì che fosse un Makua di nome Yasufe, nome che sembra derivare dal più popolare mozambicano Issufo. Tuttavia il programma ha fornito poche prove e non è documentato che i Makua abbiano avuto contatti significativi con i portoghesi con sede prima del 1585.

Sia che l’incontro con Padre Valignano sia avvenuto in Mozambico o più probabilmente a Goa, ove il sacerdote sbarcò il 6 settembre 1574, Yasuke accompagnò il gesuita imbarcandosi con lui il 20 settembre 1577 per un viaggio di quasi due anni con soste a Malacca o Macao prima di arrivare, il 25 luglio 1579, in Giappone.

Dapprima nella località di Arima nella penisola di Shimabara teatro, di uno dei più sanguinosi massacri di cristiani concluso nel 1650, mentre in seguito il Giappone si chiuse ai contatti stranieri per quasi due secoli. Era sede della missione gesuitica sull'isola di Kyushu, a est di Nagasaki. Lì Yasuke divenne quasi un’attrazione da circo, sembrava fosse la prima volta che i giapponesi vedevano un uomo di colore: come scrisse Organtino Gnecchi-Soldo, che accompagnava Valignano, “…. a loro piace vedere i neri”.