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Sul finire degli anni 80 il Dojo Centrale e con esso il sistema di gestione dell'Aikikai conobbe una grave crisi di cui venne a torto attribuita da alcuni la responsabilità a Chierchini. Non so se a distanza di tanti anni valga la pena di far presente, a chi non riuscì a rendersene conto allora, che i casi della vita avevano fatto allontanare dal Dojo tante persone che avevano dato il loro contributo - un esempio è il mio stesso trasferimento all'estero - e ne avevano strappato alla vita stessa altri in un brevissimo lasso di tempo, in seguito alla disgrazia che costò la vita a Massimo Fabiani e Maristella Cernilli, alla morte prematura di Giacomo Paudice, alla scomparsa improvvisa del leggendario segretario del Dojo Centrale, il sempre sorridente Fiorino Celletti che pur non essendo mai salito in vita sua sopra un tatami aveva perfettamente compreso ed anzi incarnava lo spirito dell'aikido.

Disponendo per il Dojo Centrale di una maggiore autonomia decisionale Chierchini operò un drastico rinnovamento affidando la responsabilità dell'insegnamento a due giovanissimi yudansha, Dionino Giangrande e Alberto Anzellotti. Fondarono poi i due maggiori dojo di Roma, confermando così anche in seguito la lungimiranza di quella scelta lontana.

Sul fronte dell'Aikikai d'Italia, data anche la lontananza fisica dei responsabili, le cose andarono meno bene e Chierchini venne duramente contestato. Conservo ancora, mi basterebbe allungare la mano per prenderla, la lettera con cui mi chiese consiglio. Ricordo ancora senza bisogno di riaprire il file il succo della mia risposta: «Fai quello che sai di dover fare per il bene dell'associazione, poi lascia, senza rimpianti. Se un giorno capiranno sarà bene, ma solamente per loro. A te nessuno ti può scalfire.» Lasciò tutto.

Ma debbo anche ricordare che già da diverso tempo prima, come detto all'inizio, Chierchini aveva segnalato pubblicamente la sua intenzione di lasciare la mano. Non solo non è mai stato attaccato ad alcuna poltrona ma vi assicuro che le odia cordialmente. Il resto è storia, o se preferite semplicemente fatti.

Nel giro di una manciata di anni il Dojo Centrale di via Eleniana, gestito per 20 anni da Chierchini affrontando e superando ogni problema grande o piccolo (spesso i più fastidiosi) venne perso.

Coloro che avevano contestato la condotta di Chierchini vennero a loro volta contestati e costretti ad abbandonare i loro incarichi. E nemmeno questo, lo dico e lo sottoscrivo, fu un bene.

 

 

 

 

Ma qui devo tornare all'intervista citata all'inizio. Vi diceva infatti Chierchini, è ognuno è libero di giudicare se avesse visto giusto 27 anni fa:

«Una delle cose che mi sorprende e nello stesso tempo mi angoscia è la difficoltà di far partecipi i soci e, ahimé, non solo loro, di quanti e quali problemi si presentano nella gestione amministrativa dell'Associazione, relativamente, è ovvio, ai mezzi a nostra disposizione.

...

Sfortunatamente le nostre assemblee, mi si passi l'ironia, assumono qualche volta l'andamento di talune riunioni di condominio dove nessuno è d'accordo con il vicino ma tutti sono d'accordissimo nell'attaccare l'amministratore.

...

 

Attualmente a mio parere gli stages sono troppi e ciò potrebbe produrre una certa stanchezza e assuefazione nei praticanti.»

Questi invece i 5 punti chiave su cui Chierchini nel 1989 consigliava di puntare ai suoi successori, annunciando subito dopo che non si sarebbe assolutamente ricandidato:

«

Consolidamento e miglioramento delle posizioni conquistate nell'88-89

Miglioramento del funzionamento della Segreteria anche affidando parte del lavoro a professionisti esterni (commercialisti ecc.)

Potenziamento e diffusione delle pubblicazioni dell'Associazione.

Razionalizzazione in accordo con la Direzione Didattica del calendario di manifestazioni e stages

Ridisegnare la nostra posizione nei consessi internazionali e se necessario ridimensionarla alla luce delle prossime decisioni dell'Honbu Dojo circa il riconoscimento di più federazioni nello stesso paese

»

Bando alle malinconie; nessun rimpianto.

Spero di aver fatto intuire con questa non-biografia, in cui di tutto si è parlato tranne che di aikido come e perché Danilo Chierchini sia stato un grande Maestro di aikido e perché io lo ritenga una delle persone che abbiano maggiormente influito nelle mie scelte di vita, pur non avendo mai ricevuto da lui alcuna indicazione o meno che mai direttiva su quanto dovevo o non dovevo fare.

Ma gli devo fare un benevolo appuntino: le storie d'amore non finiscono. Mai.

Grazie, Maestro. A presto.

 

Danilo Chierchini, che da diversi anni si era ritirato nella sua tenuta in Toscana, ci ha lasciato l'8 novembre 2022.