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Non appena passata la furia del ciclone Hiruta, omino dalla loquela torrenziale e dai ragionamenti strampalati ma non privi di una certa loro logica, Sumie commenterà: ci sarà da fidarsi di uno con quel nome?.

Probabilmente si riferisce al sostantivo otoko, che intende dire bello, virile, od anche amante, e non sembra accordarsi granché con l'aspetto fisico ed i modi chiassosi e poco ortodossi di Otokichi Hiruta.

Che ha visibilmente molti difetti, ma ha almeno il pregio di saper parlare chiaro quando vuole: Ichiro ha sicuramente bisogno di un avvocato per andare avanti, in America, patria del progresso, nessuno pensa di poter fare a meno di un avvocato.

E chi potrebbe essere un candidato ideale? Modestamente lui. Otokichi Hiruta: avvocato.

 

 

 

Ichiro è un artista, ama giudicare in base alle proprie sensazioni.

Non si può dire che Hiruta abbia un'aria molto professionale, ma nel complesso non gli dispiace.

E soprattutto, giudicando dalla fisionomia, ha gli occhi di una persona onesta.

Non conosciamo la percentuale di successo dei giudizi di Ichiro, ma questo è sicuramente fuori bersaglio, eppure in qualche modo azzeccato.

Solamente andando avanti nella vicenda potremo sciogliere questa apparentemente insanabile contraddizione.

 

 

 

 

 

 

Ha deciso infine: Hiruta sarà il suo avvocato.

L'indirizzo indicato sul biglietto da visita si trova però in una bidonville,chiara indicazione che le fortune professionali di Hiruta non sono adeguate alla sua irruenza.

Un vecchio cartello scritto alla buona indica di fare attenzione al cane, ma la cuccia è vuota.

Ichiro apprenderà poi che il cane è morto da anni, ma la scritta viene mantenuta per mantenere lontani i malintenzionati, che non si capisce però che dovrebbero cercare nel tugurio di Hiruta.

 

 

 

 

 

 

 

Dove Ichiro dopo aver bussato scopre solamente una bambina, che giace a letto malata. Il padre non c'è, si trova in ufficio.

Lei non ha una semplice infreddatura, è costretta a letto dalla tubercolosi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si chiama Masako (è interpretata da Yoko Katsuragi), e nonostante tutto non ha perso la sua infantile ma poetica fiducia nella vita.

E' sola per il momento e ha cheisto di lasciare aperto lo scorrevole per poter osservare la piccola vita del modesto giardinetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ha anche chiesto alla madre, che lavora come sarta, di appendere nella sua stanza finché non dovrà essere consegnato uno splendido kimono tradizionale.

E' un abito da sposa, e la bambina alla sua visione già si sente partecipe della gioia della cerimonia, che non vedrà nemmeno da lontano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ichiro per il momento la deve lasciare. Deve ancora rintracciare l' avvocato Hiiruta.

Il suo ufficio è situato in uno squallido palazzo nelle vicinanze, se possibile ancora più inquietante della bidonville dove vive e abitato o frequentato da strani personaggi.

Uno di essi fa presente ad Ichiro che il sesto piano, dove sarebbe diislocato l'ufficio, non esiste: il palazzo ha solo cinque piani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo studio legale Hiruta infatti si trova sul terrazzo, probabilmente è un ex lavatoio.

Al'interno una confusione indescrivibile, ed un cumulo di riviste di cavalli, che indicano una pericolosa passione dell'avvocato per le scommesse.

Ce ne sarebbe più che a sufficienza per concludere che Hiruta non può essere l'uomo giusto per lui.

L'artista, con la sensibilità che è propria degli artisti, sente che non è così.

 

 

 

 

 

 

 

 

Rintracciato un gessetto scrive sulle nude assi della parete con mano sicura, diremmo imperiosa, il suo messaggio: nomina Hiruta suo consulente legale. I dettagli, a dopo.

Avrà incredibilmente ragione: Hiruta è il suo uomo, ma prima di dimostrarlo e riscattarsi cadrà più volte - miseramente - vittima delle sue debolezze.