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Anche quest'anno, armato di carta, penna e calamaio digitali, provo l'irresistibile volontà di condividere con i miei compagni di pratica e del gruppo Facebook l'esperienza del seminario di La Spezia. 

Quest'anno tocca alla sessione settimanale dell'internazionale di aikido... tanto per non fare torto a nessuno (nel 2013 la cronaca si era occupata del seminario Kinorenma).

E' un evento atteso tutto l'anno, programmato mesi e mesi prima, anche attraverso l'accettazione di grandi sacrifici personali, di lavoro, economici e familiari e già questo rende molti partecipanti degni di ogni lode!

Esserci ripaga tutti quanti. Non appena scattano le 10,00, ora d'inizio della prima lezione, i sacrifici compiuti assumono dei contorni sempre più sfumati...

Il maestro Tada appare all'orizzonte del tatami con il suo tipico incedere da samurai. Determinato, il passo sicuro, la schiena dritta, lo sguardo deciso... uno che se l'avessi incrociato per un sentiero nelle campagne giapponesi, gli avresti ceduto il passo, pur di evitare lo scontro.

Certo del suo esito...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La lezione parte come al solito...

Respirazione, kokyu-ho, esercizi di contrazione e rilassamento del corpo, insieme a tante fondamentali nozioni ed insegnamenti del maestro sia in sottofondo che in modalità diretta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si inizia quindi la parte tecnica... dopo alcune tecniche di kokyunage, il maestro Tada ci illumina con alcune serie di tecniche in katateryotedori (iriminage, ikkyo, nikyo, kotegaeshi, shihonage, sankyo) nelle forme jodan e gedan...

Proviamo, ma veramente proviamo, a ripetere quello che abbiamo visto e alcuni tentativi, compreso ovviamente il mio, vengono mortificati dallo spessore dell'insegnamento di quest'uomo! La sua velocità d'esecuzione (che non è una scusante...), la sua perfezione tecnica, alcune varianti viste raramente (ma  neanche questa è una scusante...) nelle nostre carriere aikidoistike, questa combinazione fa infrangere i nostri sogni di gloria di futuri - ma anche attuali -  perfetti aikidoka e/o maestri di qualcosa, nel frangiflutti che il maestro Tada è continuamente capace di metterci di fronte.

Ma, come più volte ho detto, non vorrei soffermarmi troppo sull'aspetto tecnico dei seminari, sia per la mia limitatezza che per timore di offendere la sensibilità di qualcuno, che magari è arrivato già ai vertici della piramide. Vado oltre e a braccio... Alcune considerazioni "umane" e di sensazione, che magari nei prossimi giorni approfondiremo insieme...

Più volte, e ormai dai suoi 50 anni di insegnamento, il maestro Tada ci rammenta che durante la pratica dobbiamo mantenere un atteggiamento di concentrazione ai massimi livelli, dal momento nel quale saliamo sul tatami sino alla fine della lezione, saluto compreso.

La concentrazione non consiste nella "perfetta" esecuzione della tecnica - non solo - ma essenzialmente nel mantenere uno stato mentale focalizzato sul "qui ed ora", in uno spirito quieto e in una mente trasparente, calma. Concentrazione sulle parole del maestro, sul suo insegnamento, su quello che ci sta trasmettendo qui ed ora, per poi assimilarlo e ripeterlo come bagaglio personale nel corso della nostra pratica futura...

 

 

Spesso, come evidenziato dallo stesso maestro, molti praticanti hanno la "caratteristica" di non essere proprietari di quella capacità di concentrazione ed attenzione che l'insegnante richiede, adottando atteggiamenti distanti se non contrari.

Qualcuno, sia durante le spiegazioni del maestro Tada che durante la pratica, invece si guarda insistentemente intorno, alla ricerca dell'arca di Noè, con uno sguardo assente o nelle direzioni "sbagliate", con occhio vitreo o spiritato, o in altri modi ancora....

Oggi il maestro è ritornato più volte su questo punto, ma forse alcuni richiami "esteriori" o "interiori" sono più forti dello scopo della nostra pratica, del nostro sforzo e sacrificio di essere qui, oggi, su questo tatami. Torneremo sull'argomento... tranquilli!

 

Il pomeriggio è "filato" tranquillo con la prima lezione di bokken, con l'esecuzione delle tre forme shihonage di spada, precedute da alcuni esercizi fondamentali sull'uso del bokken, come portare alcuni colpi-base ed eseguire le varie modalità di parata. La loro basilarità e importanza, come descritta dal maestro Tada, è stata "tagliente"... La spada dell'aikido racchiude veramente l'essenzialità e l'efficacia di questo "strumento", anche rispetto ad altre discipline tradizionali di scherma giapponese. Ma questo è un tema veramente troppo alto, che lascio a chi dico io...

Anche nel corso del pomeriggio, il maestro Tada è stato prodigo di insegnamenti verbali, soprattutto sulla "fusione" tra il nostro corpo e la spada che impugniamo [o che impugniamo solo idealmente]. Impariamo ad utilizzare bene la nostra mente e il nostro corpo, sia nella pratica dell'aikido che al di fuori di essa. Ed è questo poi l'obiettivo cui tutti dobbiamo tendere, nelle intenzioni di o sensei...

Senza dimenticare, infine, la mia frase preferita tra quelle che costituiscono l'arsenale del  maestro Tada: trattare il nostro corpo, ma anche quello del nostro uke, come un prezioso strumento, come ad esempio un violino Stradivari.

Ed a questo proposito, mentre vi scrivo, ascolto un concerto live di David Gilmour alla Royal Albert Hall; e per come suona 'sta benedetta chitarra non riesco ad non immaginarlo al pari del maestro Tada.

A domani....