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Quinto giorno: venerdì

Be', che dire... a quest'ora poco!

I ricordi ormai si accavallano, le sensazioni sono nebulose. Non per la loro inafferrabilità ma -  anzi - per il loro numero e consistenza che le fanno scomparire l'una dietro l'altra, come se giocassero a nascondino tra loro. Birichine!

Dopo cinque giorni di parole e azioni del maestro Tada riordinarle nella mia testa, dentro la quale abitano in subaffitto due neuroni sfigati e con poche idee, è un sacrificio enorme.

A quest'ora, poi, anche loro dormono...

Oggi forse abbiamo toccato il massimo delle presenze e sul tatami si notava... lo spazio pro-capite si era notevolmente ridotto.

Riscaldamento della mattina a cura del maestro Zucco, con esercizi mutuati dallo yoga e integrati con i grandi classici dell'aikido.

Il maestro Tada entra in aula con il suo solito incedere elegante e marziale.

Saluto, piccolo mantra iniziale, giuramento della giornata, e via...

Oggi sul "menu" c'era una bella porzione di katadori-menuchi, servita in ikkyo, kotegaeshi, shihonage e iriminage, con delle sotto-portate di varianti personalizzate da servire nei dojo e/o come da programma d'esame.

Nulla di particolarmente difficile, e detto da me è tutto dire.

Ma siamo comunque riusciti a eseguirle in modalità diverse da quelle mostrate dal maestro...

Per ogni ordine di grado, è stata mostrata una variante... eccezionale!

Ma pochi hanno imbroccato quelle rivelatici dal Sommo.

Direi che ormai stiamo diventando quasi noiosi nella nostra coazione a ripetere (segnatevela questa, perchè poi la dimentico) e gli interventi del maestro Tada stanno diventando imbarazzanti. La sua pazienza sfiora la patologia...

Comunque, meno male che di tanto in tanto il sensei alleggeriva la pillola della nostra limitatezza, con delle splendide storie sulla sua vita aikidoistica e personale, costellata di aneddoti di vita giapponese.

Quest'uomo comunica l'ineffabile concezione di conoscere miliardi di cose incentrate - ovviamente - sulla vita sociale, marziale e tradizionale del Giappone.

Dalle varie scuole di spada alle filosofie orientali; dall'allenamento quotidiano nel dojo di o sensei a vari episodi storici sulle battaglie di grandi condottieri e samurai vari... è un piacere ascoltarlo!
Chissà se ai nipotini, davanti al camino nei freddi inverni giapponesi, racconterà le stesse storie...

Pausa pranzo...


Si ricomincia nel pomeriggio con l'allenamento di jo.

Oltre ai movimenti di base, anche in questo caso numerosi aneddoti e indicazioni sul suo uso in combattimento, nel confronto con una spada...

Parole intervallate da dimostrazioni pratiche, con l'uke estratto dal gruppo il quale deve subire pazientemente l'esecuzione di tecniche nelle quali il jo si muove alla velocità della luce, lasciando dietro se soltanto una scia colorata per vederlo rimaterializzarsi a pochi millimetri dalla sua testa... bloccato con una precisione e decisione impressionanti.

Va bene, quest'uomo avrà pure studiato tutta la vita arti marziali e aikido, oltre a tutto il resto, ma con i suoi 84 anni ci costringe a chiderci perchè la natura debba essere così iniqua con il resto dell'umanità.

Dovremmo sempre sorprenderci per questo, ogni volta che vediamo simili maestri: che ci servano da sprone per andare avanti nella nostra pratica, senza paure - relative o assolute - senza esitazioni e pigrizie mentali e fisiche. Con mente trasparente...

Detto questo vado a letto, perchè già da sveglio non garantisco assolutamente una tale precisione e decisione con il jo, ma nemmeno a mani nude; tantomeno con la tastiera ed i pensieri.

Figuriamoci assonnato...