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Terzo giorno: mercoledì

Siamo a metà dell'opera...

Passati tre giorni, la spossatezza comincia a fare capolino, soprattutto per chi ha partecipato alla settimana del Kinorenma.

La fatica e l'impegno fisico, fondamentalmente, non sono eccessivi se consideriamo che stiamo parlando di due ore la mattina e due ore il pomeriggio, intervallati da una lunga "pausa pranzo".

Forse ognuno di noi porta nel suo zaino altri tipi di spossatezze pregresse e/o recondite e questo tipo di stage le potrebbe far emergere...e boom!

Ma tutta la stanchezza e il senso di inadeguatezza che possiamo provare in queste due settimane di stage dovrebbero volatilizzarsi osservando il nostro insegnante e facendo due considerazioni "banali": quanti anni ha il maestro Tada?

Pur relativizzando la sua preparazione alla nostra, è possibile non mettere in campo un'energia che sia almeno una milionesima parte delle sue?

La risposta non può che essere positiva, quindi domani mattina, a qualsiasi ora e in qualsiasi condizioni psico-fisiche ci alzeremo, zitti tutti, e ci vediamo sul tatami!

Breve carrellata della giornata: mattinata trascorsa all'insegna dello yokomenuchi, con carrellata di ikkyo, nikyo, kotegaeshi, shihonage, sankyo ed altre varianti, richieste in modo molto preciso dal maestro Tada, che hanno messo a dura prova i nervi dei soliti ignoti (o presunti tali...) che pensano invece di eseguire le tecniche che fanno nei loro dojo, o chissà dove, dimenticando di partecipare ad uno seminario diretto da un 9° dan Aikikai, Hombu Dojo shihan, discepolo di  o sensei, di stirpe samurai, dottore in legge, persona sopra la media, ecc...

E che in più pensano che lui non se ne accorga...Birichini!!!

E invece il Nostro ha l'occhio lungo, e pure l'ottimo zoom della sua fidata videocamera, e prontamente correggeva i nostri banali errori (o dimenticanze)

Ma di questo se ne riparlerà, non temete... trematevi addosso!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il pomeriggio è stato finalizzato all'apprendimento dell'uso del jo!

Sorpresi? Nooo.

Perchè ormai sono quasi 40 anni che il maestro Tada cerca di inculcarci un uso corretto di questo benedetto strumento ligneo, di sezione circolare e lungo 128 cm, che in altri tempi era una vera e propria arma; ma che qualcuno oggi si ostina a trattare come il manico di un mocho vileda... me compreso, ovviamente. Mea culpa!

L'invito che noi principianti facciamo a qualcuno tra i gradi più avanzati è di non trattarlo anche loro come il manico di una scopa, perchè non è questo l'esempio che vogliamo seguire, agitandolo anche in maniera stanca e svogliata.

Il succo della vicenda, è un sonoro "cazziatone" (scusate, ho solo la licenza serale delle elementari...) che il Nostro ha mitragliato sulla massa, ricordando che è da decenni che cerca di farci imparare l'uso corretto del jo e soprattutto... il fatidico movimento 1 base!!!!

E' difficile leggere nelle parole di un insegnante come il maestro Tada (9° dan, Aikikai so Hombu shihan, dottore ecc.) un rammarico tale da non farlo dormire la notte.

Ma mi piace comunque pensarlo: mi fa sentire più voluto bene!

Il suo riferimento temporale, tra l'altro, è stato molto preciso riferendosi alle numerose ore di lavoro con il jo trascorse al Centro Tecnico di Coverciano, dove si sono svolti per 25 anni seminari come quello odierno, mentre alla fine, tirando le somme:  "Qualcuno non ha capito niente... qualcuno ha fatto bene".

Il pistolotto che vi ho tirato non vuole certamente venire da una mezza calzetta come me: vi riporto, in sintesi e in serena ironia, le espressioni che il maestro ha utilizzato in questi giorni...

Quindi se vi sentite offesi o disturbati nel vostro amor proprio di aikidoka, sapete dove andare a protestare...

La morale, compagni di pratica, è di lisciare il jo con della seta di ottima qualità, oliare le nostre articolazioni e dare un pò di soddisfazione al nostro Maestro che da 50 anni, da compiere e celebrare nel prossimo ed imminente novembre, si impegna anima e corpo per trasmetterci l'enorme tesoro che ha accumulato!

Forza!!!