Indice articoli

Mercoledì 22
Terzo giorno

 

Tranquilli, siamo ancora una volta sopravvissuti al caldo…

La mattinata è trascorsa ascoltando i lunghissimi insegnamenti del maestro Tada, che quest’anno preferisce spesso la trasmissione orale a quella pratica.

E’ un incredibile “fiume in piena” nell’esprimere concetti didattici e tecnici sulla pratica dell’Aikido, sulle varie discipline marziali che ha praticato, ma anche sulle tante esperienze di studio di pratiche orientali e esoteriche che ha sperimentato in prima persona.

Le dettagliate spiegazioni sulle varie tecniche di aikido che ci ha mostrato sono state come al solito affiancate da tantissima “teoria”, correlando l’aspetto aikidoistico a quello energetico e spirituale, come del resto è caratteristica del maestro.

Un aspetto che potrebbe aver colpito molti (e io tra questi...) è la distinzione tra “attaccamento” e “concentrazione”, ovvero tra il focalizzare i propri sforzi e le proprie energie su un obiettivo di altissimo livello, che trascenda l’aspetto superficiale, con una mente trasparente e assoluta (la concentrazione) e un atteggiamento relativo, insicuro e disarmonico, caratterizzato da un radicamento a false ideologie e convinzioni (l’attaccamento). Sempre in spiccioli...

Ma veniamo subito alla sostanza, che poi riprenderemo in altri tempi.

Nel pomeriggio, il maestro Tada ha mostrato vari kumitachi, molti anche già da lui eseguiti nella dimostrazione in occasione del 50ennale a Roma.

 

 

Le spiegazioni, pur se relative a forme in alcuni casi abbastanza complesse, erano sempre molto chiare e didattiche, come sempre caratteristica del maestro Tada.

Soprattutto nelle componenti di base e principali, come il tai sabaki o nel modo di impugnare il bokken, il maestro ha ripetuto infinite volte questi aspetti.

Dopo vari tentativi, il Maestro ha bloccato tutto lo stage e, con grande sorpresa e esprimendosi in perfetto italiano ha tuonato “Da una parte vi entra dall’altra vi esce!".

Sgomento generale, almeno per chi era “concentrato” e non “attaccato”!

 

 

 

Quindi le spiegazioni del maestro Tada si sono trasformate in un severo e determinato rimprovero al modo di praticare di molti di noi. Ovvero, la più classica delle situazioni in questi stage: chi pensa di sapere esegue le tecniche nel suo modo, chi presume di sapere esegue le tecniche nel suo modo, chi pensa di aver capito esegue le tecniche a suo modo, chi è “attaccato” al suo stile/maestro/dojo esegue le tecniche a suo modo…in ogni caso nessuno di queste persone esegue (o si sforza di farlo...) le tecniche nel modo in cui le ha mostrate il maestro.

Ha anche detto come lui riesca a percepire quale corrente didattica, e quindi maestro, sia seguita dal praticante che si trovi ad osservare, talmente sono marcati gli stili di esecuzione.

Questo per sottolineare come ciascuno di noi NON debba essere attaccato al proprio modo di praticare ma evolversi e studiare sempre nuove linee dell’aikido, per rendere più completo e chiaro il proprio percorso.

Meditiamo, gente, meditiamo…