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Martedì 21 luglio 2015
Secondo giorno

 

 

Già da qualche tempo il maestro Tada ha introdotto la pratica del “ridere” come sistema e pratica di concentrazione e rilassamento e come una delle vie utili al raggiungimento di uno stato di consapevolezza profonda verso l’obiettivo del samadhi. Questo detto in spiccioli… il resto lo ascolterete venendo agli stage del maestro.

Vi sono molte spiegazioni che il maestro ci ha fornito in questi anni del perché ha adottato questa pratica, dalle sue esperienze personali e familiari sino a un episodio di storia che oggi ha narrato, partendo dalla domanda retorica che lui ci ha posto “…perché l’uomo ride…e perché si ride in determinate situazioni…”.

 

 

Il maestro stamattina ha narrato una storia. Da poco il Giappone ha ricordato i 70 anni dalla fine della II Guerra Mondiale, con varie iniziative. Durante una di esse un anziano reduce di 90 anni ha raccontato della sua personale esperienza.

Era un marinaio imbarcato sulla corazzata Yamato, all’epoca la più grande nave da battaglia del mondo e vanto della marina giapponese. Nell’aprile del 1945, la nave fu attaccata nel Mar Interno del Giappone dalle forze aeree e navali americane e affondata; insieme ad essa perirono 2.375 uomini di equipaggio…[solo 269 sopravvissero]

Il nostro marinaio venne catapultato in mare, pieno di rottami e olio, e sarebbe annegato ma vicino a lui un alto ufficiale della nave, aggrappato ad un rottame di legno, lo vide. Si rivolse al marinaio dicendogli “Tu sei giovane…devi vivere.” E gli passò il rottame di legno, facendolo aggrappare e rimanere a galla. Il marinaio salutò l’ufficiale in segno di riconoscenza e quest’ultimo ricambiò con un sorriso voltandosi poi verso il mare aperto, dove fece due bracciate e si lasciò inabissare.

Questo ed altri preziosi insegnamenti di vita e aikido ci vengono trasmessi dal nostro Direttore Didattico, detentore di un patrimonio umano, culturale e tecnico difficilmente riscontrabile. Al di là delle forme scelte per trasmetterci questo patrimonio, vuoi la pura tecnica o la narrazione di storie o l’illustrazione di concetti spirituali profondi, va riconosciuta a quest’uomo una grandiosa capacità comunicativa e di pathos che dobbiamo essere veloci e capaci nell’apprendere. Il tempo trascorre per tutti, come più volte sta ripetendo in questi anni.

Comunque, il pomeriggio è stato più “tecnico” con la ripetizione dei tre movimenti di shihonage con il bokken, dove molti di noi hanno dato fondo al personale repertorio di conoscenze, al di là di quello che ci stava insegnando il maestro Tada, Direttore Didattico dell'Aikikai d'Italia, IX dan di aikido e allievo diretto di o sensei…ma questa cartuccia la spariamo un’altra volta!