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E' stato detto che  Kurosawa introduce per la prima volta in questa opera un tema che verrà poi ripreso a tutte le latitudini: quello del reclutamento di un gruppo di sbandati che compirà imprese che nessuno da loro si aspettava; ma non ci sembra giusto paragonare gli elementi umani messi a fuoco da Kurosawa con altri, proposti successivamente soprattutto dal cinema americano: personaggi tendenzialmente negativi, a volte al limite della paranoia, e che proprio per questo riescono nella missione.

I sette samurai che vediamo partire spensieratamente alla volta del villaggio, quasi come per una scampagnata, sono uomini che hanno in comune l'essere stati trascinati qua e là dalle onde della guerra senza poter dare un senso alla loro vita.

Ma hanno tutti conservato la loro dignità o la stanno cercando - sia pure talvolta senza lucidità e coerenza come ben dimostra Kikuchiyo - e non hanno perduto la fiducia nel genere umano, né, anche se non amano ostentarlo, in se stessi.

Non per questo il loro compito sarà facile, non per questo verrà compreso, apprezzato. Arrivati finalmente al villaggio la prima sorpresa che hanno è quella di scoprire che le strade sono deserte, gli abitanti si sono rinchiusi nelle loro case e nessuno osa rispondere ai richiami.

Qualcuno ha addirittura tagliato i capelli alla propria figlia, obbligandola a vestirsi da uomo per sfuggire alle "attenzioni" dei nuovi venuti.

I salvatori, in quanto uomini d'arme, uomini senza paura, uomini "diversi", incutono timore e terrore come e quanto - forse più - dei briganti. Sarà Kikuchiyo, con la sua animalesca sensibilità e i suoi modi spicci e stravaganti ma non privi di logica o almeno di buon senso a ricucire lo strappo suonando l'allarme.

Di colpo ricondotti di fronte alla loro maggiore paura i paesani dimenticano quella minore - per quanto immediata - ed escono fuori rimettendosi  per la loro salvezza ai samurai.

Sorprendentemente (o forse no?) è Gisaku, il vecchio del villaggio (interpretato da Kokuten Kodo), il custode delle tradizioni delle memorie e del passato, quello che si dimostra di più larghe vedute, più "moderno", ed accetta immediatamente di collaborare con i samurai e di spingere i suoi recalcitranti compaesani a fare lo stesso.

 

E' un uomo piegato nel fisico dagli anni e dalle sofferenze, ma ancora indomabile nello spirito, che stabilisce una strana comunità di intenti e di pensieri con lo stravagante Kikuchiyo. Assecondandone la ferma volontà il villaggio inizia a collaborare con i suoi difensori.