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Per il maestro Fujimoto si deve cominciare prima ancora di cominciare, questo è indubbio.

Il movimento di shihogiri (taglio in quattro direzioni, mutuato dalle tecniche ancestrali di scherma) viene eseguito a solo, prima delle tecniche di allenamento in coppia o in gruppo.

Tornerà naturalmente in molte tecniche, di base od avanzate, ed è per questo che è così importante studiarlo anche come elemento separato, ma pur sempre inserito nella grande, vasta e solida base dell'aikido.

Durante questo seminario ha chiesto di eseguire shihogiri in posizione suwariwaza (in ginocchio), con modalità inedite per molti pur facendo parte integrante, come non ripeteremo mai abbastanza, del patrimonio di base.

Ed ha richiesto di eseguirlo con molta calma, con la massima consapevolezza di quanto si doveva compiere.

Molto da studiare, molto da approfondire anche sul movimento chiamato torifune undo o anche funakogi undo. Fujimoto sensei lo ha studiato e praticato con cura particolare, e lungi dal proporne la 'versione corretta' ricorda che è una pratica oltremillenaria, seguita da decine di sette diverse, esistente in molteplici varianti di cui spesso si ignorano origini e motivazioni.

La nostra ignoranza non dimostra nulla: sono tutte valide, anche quando non le comprendiamo. Tuttavia capirne quando possibile i meccanismi, e sapere a cosa mira questo o quel modo di praticare torifune, oltre che aiutare nella esecuzione è doveroso.

Qui con l'ausilio di un bokken il maestro dimostra che il nome (esercizio del rematore) va preso in un certo senso alla lettera, e che occorre remare veramente, imprimendo al 'remo' la rotazione che gli consenta di fare presa sull'acqua per far avanzare la barca, e lavorando soprattutto con un movimento di va e vieni che nasce dall'anca e non dalle spalle.

Abbiamo detto base: certamente, da lì nasce tutto e tutto lì deve tornare. Lo abbiamo detto e ridetto, e sicuramente torneremo a dirlo.

Certo, ogni tanto occorre anche ricordare - e dimostrare - che sopra una solida base si può costruire di tutto.

Questa è una variazione, o applicazione se vogliamo, del 'semplice' movimento di ikkyo proposta dal maestro Fujimoto.

 

 

 

 

 

 

 

Un altro motivo conduttore dell'insegnamento di Fujimoto è la chiamata di uke.

E' difficile renderne il senso a parole, perché il compagno di allenamento, non avversario, sul tatami non ve ne sono ma quando se ne incontreranno al di fuori andranno ugualmente chiamati - può essere indotto ad un determinato comportamento attraverso svariati sistemi, a volte alternativi e a volte complementari.

La chiamata può consistere in un suggerimento, una proposta, un incoraggiamento, ma anche in un ordine, in un obbligo, in un divieto.

Nella foto il maestro dimostra una delle molteplici sfaccettature della sua arte di chiamare alla composizione di una tecnica di aikido.

Abbiamo scelto questa perché ci sembra molto trasparente, comprensibile anche da chi non sia - o non sia ancora - addentro ai segreti dell'arte.